La morte del diciassettenne Riccardo Boni, rimasto sepolto in una buca sulla spiaggia libera di Montalto giovedì scorso, ha avuto ieri un nuovo drammatico sviluppo: il padre è stato formalmente iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Una decisione che ha colpito duramente l’uomo, raggiunto dai carabinieri al Camping California, dove la famiglia stava trascorrendo le vacanze.
Secondo quanto riferito dalla Procura di Civitavecchia, si tratta di un atto necessario per poter procedere agli accertamenti, in particolare all’autopsia, trattandosi di un minore sotto la responsabilità diretta dei genitori. Il capo della Procura, Alberto Liguori, ha sottolineato che non c’è alcun accanimento verso il genitore, e che l’obiettivo primario è comprendere con chiarezza la dinamica della tragedia.
I militari della compagnia di Tuscania, guidati dal luogotenente speciale Daniele Tramontana, hanno provveduto ieri mattina alla notifica del provvedimento. Di fronte alla comunicazione, il padre di Riccardo è rimasto attonito, profondamente scosso, esprimendo incredulità e dolore. Solo dopo aver ricevuto spiegazioni più dettagliate ha dichiarato la piena disponibilità a collaborare, manifestando il desiderio di comprendere cosa sia accaduto esattamente quel giorno.
Secondo gli inquirenti, la qualificazione di omicidio colposo è l’unica compatibile con l’attuale quadro normativo, considerando anche il richiamo all’articolo 40 del codice penale, che stabilisce la responsabilità per omissione in caso di obbligo giuridico di impedire un evento. Le indagini, infatti, intendono chiarire se Riccardo possa aver avuto un malore durante lo scavo – compiuto per divertire i suoi fratellini – e se vi sia stato o meno margine per un intervento prima del cedimento della buca profonda un metro e mezzo.
Nel frattempo, la famiglia continua a muoversi tra Montalto e Roma, cercando di proteggere dal clamore mediatico i figli più piccoli: una sorella di 14 anni e due fratellini di 8 e 5 anni. Il camper è stato lasciato nella piazzola, segno della volontà di restare ancora qualche giorno sul posto, nonostante la pressione mediatica e quella, più dura da sopportare, dei commenti online.
I toni aspri di certi giudizi apparsi sui social, che insinuano responsabilità personali del padre, hanno spinto la Procura a chiedere la massima cautela anche nella comunicazione ufficiale, al fine di tutelare l’equilibrio psicologico del genitore, già provato da un dolore che non ha bisogno di aggravanti.
Il procuratore Liguori ha infine ribadito l’intenzione di incontrare personalmente il padre di Riccardo, forse già nella giornata di oggi, per spiegargli i motivi della decisione e offrirgli un gesto umano in un momento segnato da un lutto devastante.