Monte Colombo. L’arresto del sindaco frena la fusione «Facciamo saltare il referendum»

sindaco montecolomboDOPO L’ARRESTO del sindaco Eugenio Fiorini, il fronte del no al referendum per la fusione tra i comuni di Monte Colombo e Montescudo sembra deciso a cavalcare l’«occasione», e a tentare, una settimana dalla consultazione popolare, di farlo ‘saltare’. Non sanno ancora come, ma quello che è certo è che ci proveranno. Simone Tordi, ex primo cittadino del paesino della Valconca, è uno di questi. «Forse adesso abbiamo una chance per bloccare il referendum – dice – anche se sono scettico a causa dei tempi stretti. Non so se c’è una strada percorribile, ma andremo a parlare con il prefetto. Se possiamo, tenteremo di fermarlo». Come lui la pensa anche Alex Stacchini, ex candidato a sindaco per il centro destra con la Lega Nord: «A questo punto il referendum è in forse, e politicamente perde la sua giustificazione, visto che tra i due promotori principali c’è un sindaco che è finito in manette. Spero che il presidente della Regione, Stefano Bonaccini fermi tutto. Da quello che si sa, nell’inchiesta si parla anche di voto di scambio, e si potrebbe aprire una questione anche sulla stessa elezione di Fiorini. Era uno che andava arrestato prima, e il progetto della fusione è stato presentato da un’amministrazione senza credibilità».
Il Comune di Monte Colombo da venerdì è retto dal vice sindaco, Eleonora Troiani, e per ora non ci sono elementi che possano spingere la prefettura al commissariamento a causa dell’arresto del primo cittadino, così come è accaduto per altre amministrazioni dove il sindaco era stato arrestato. Il commissariamento arriverà nel caso il referendum per la fusione vedesse la vittoria dei sì, ma sicuramente non prima del 1° gennaio 2016. Una consultazione però su cui potrebbe scatenarsi ora una guerra che potrebbe concludersi con una marcia indietro.
FIORINI, difeso dall’avvocato Filippo Airaudo, si trova agli arresti domiciliari nella sua casa di Coriano, in attesa di comparire davanti al giudice per le indagini preliminari che dovrà interrogarlo. Chi conosce bene il sindaco di Monte Colombo, assicura che non è il tipo da arrendersi ed è pronto a difendersi dalle accuse. Accuse parecchio pesanti, che vanno dal falso alla truffa aggravata, fino all’abuso d’ufficio. Nel mirino degli investigatori ci sono la fideiussione riguardante l’area del Lago, svincolata da lui due giorni prima delle elezioni con l’obiettivo, secondo gli inquirenti, di conquistare un consistente bacino di voti. Poi c’è la ‘fattoria’ dove vivono madre e fratello, sequestrata dai carabinieri, perchè, dicono, costruita aggirando la legge.

Resto del Carlino