Un’operazione dei Carabinieri Forestali ha portato alla luce una vasta area adibita, secondo gli inquirenti, a discarica abusiva nelle campagne di Monte Grimano Terme, in località Molino della Botta, lungo il Torrente Conca. L’intervento, avvenuto nei giorni scorsi, ha coinvolto il Nucleo Carabinieri Forestale di Macerata Feltria e il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale del Gruppo Forestale di Pesaro e Urbino. L’azione è scattata nell’ambito di un’attività di controllo ambientale mirata alla tutela del demanio idrico e della salute pubblica.
Durante il sopralluogo, i militari hanno scoperto un’area recintata dove erano stati accumulati rifiuti di varia natura, in gran parte riconducibili all’attività di un’impresa edile locale gestita da tre fratelli. Tra i materiali rinvenuti figuravano scarti da costruzione e demolizione, parti di motori, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, pneumatici usurati, rottami in metallo, uno scafo in vetroresina e altri veicoli a motore abbandonati. La scena, secondo quanto rilevato, era compatibile con un’attività sistematica e non autorizzata di gestione e smaltimento di rifiuti.
Oltre alla presenza dei rifiuti, i Carabinieri Forestali, insieme al personale dell’Arpam di Pesaro e Urbino, ai tecnici della Regione Marche e ai veterinari dell’AST, hanno trovato animali in condizioni igienico-sanitarie estremamente precarie. Quattro cani sono stati rinvenuti in mezzo ai rifiuti, insieme a una quarantina di volatili da cortile e a circa venti capre rinchiuse in un recinto improvvisato, circondato da ponteggi metallici e da un trattore abbandonato. La presenza di animali ha reso necessario l’intervento dei veterinari, che hanno impartito prescrizioni specifiche per la loro detenzione e annunciato sanzioni amministrative per la mancata identificazione di alcuni capi di bestiame.
Nel corso delle operazioni, è stato inoltre fermato un autocarro in transito, carico di rifiuti da costruzione e demolizione, presumibilmente diretto proprio verso l’area sotto sequestro. Gli accertamenti hanno confermato che il veicolo era intestato alla ditta edile dei tre fratelli e che né l’azienda, né il mezzo, né il conducente risultavano iscritti all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, condizione necessaria per operare nel settore secondo la normativa vigente. Questo elemento ha aggravato la posizione degli indagati, già coinvolti per la gestione non autorizzata di rifiuti.
Alla luce delle gravi violazioni riscontrate, i Carabinieri Forestali hanno proceduto al sequestro preventivo dell’intera area, pari a circa 2000 metri quadrati, dei rifiuti depositati e dell’autocarro utilizzato per il trasporto. L’operazione, secondo quanto dichiarato, ha permesso di interrompere un’attività potenzialmente dannosa per l’ambiente e per la salute pubblica, con possibili effetti negativi anche sul demanio idrico della zona.
I tre imprenditori, titolari della ditta coinvolta, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per gestione illecita di rifiuti ai sensi del Decreto Legislativo 152 del 2006. In particolare, l’accusa fa riferimento all’articolo 256, comma 1, lettere a) e b), che prevede pene detentive da sei mesi a due anni e sanzioni pecuniarie comprese tra 2.600 e 26.000 euro. A questi capi d’imputazione si aggiunge l’accusa di invasione di terreni, prevista dagli articoli 110, 633 e 639-bis del Codice Penale, con pena detentiva da uno a tre anni e multa da 103 a 1.032 euro.
Infine, sono in corso ulteriori accertamenti sui manufatti trovati all’interno dell’area, ritenuti presumibilmente abusivi. La loro regolarità edilizia sarà valutata dall’Ufficio Tecnico Comunale competente.
L’intervento congiunto delle forze dell’ordine, dei tecnici ambientali e dei veterinari ha permesso non solo di fermare una presunta attività illecita, ma anche di avviare le procedure per il recupero ambientale e la tutela degli animali presenti nell’area.