‘CHIUSO per tagli’. Sono rimasti di stucco i cittadini di Montefiore Conca che ieri si sono recati in municipio. «Abbiamo deciso una giornata di chiusura – spiega il sindaco Vallì Cipriani – ma garantendo i servizi essenziali, insieme agli altri borghi italiani sotto i 5.000 abitanti che aderiscono all’Anpci (Associazione nazionale piccoli comuni italiani, ndr) per protestare contro i tagli del Governo». In verità la vulcanica ‘sindachessa’, oggi di area leghista-salviniana, non è nuova a iniziative estemporanee. «Abbiamo affisso manifesti il 30 settembre – spiega – per annunciare la serrata. Che non è un’azione di partito, la Lega non c’entra». Nei manifesti, oltre all’annuncio di chiusura degli uffici, il sindaco «comunica la chiusura del municipio per protesta contro la politica irresponsabile dei tagli, l’aumento delle tasse e la riduzione del servizi». «Protestiamo contro i tagli – spiega al telefono la sindaca-farmacista –, il 30$% del nostro budget in pochi anni, il blocco assurdo del Patto di stabilità che ci impedisce di usare le risorse che abbiamo per il fatto che siamo tra i Comuni virtuosi e senza debiti, i tagli dei servizi a partire dagli uffici postali, scesi da due a uno costretto pure a orari ridotti, e su questo abbiamo fatto ricorso al Tar. E protestiamo anche contro l’associazionismo obbligatorio, cioè l’iscrizione all’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani. Noi stiamo con quella dei Comuni più piccoli, che riteniamo ci rappresenti meglio».
AVETE avuto richieste durante la serrata per ‘servizi essenziali’, cioè nascite, morti, frane, piante che cadono ed emergenze varie? «Nessuna – risponde Cipriani –, è stata una mattinata tranquilla». Non teme la accusino di interruzione di pubblico servizio? «Non ho interrotto niente – aggiunge il sindaco – perché quelli essenziali erano garantiti. E’ come in agosto quando l’unico addetto di un certo servizio è in ferie. Bisogna tornare un altro giorno». Tutti i dipendenti erano in al lavoro normalmente in municipio. Solo… le porte erano chiuse al pubblico. In provincia di Rimini i Comuni sotto i 5.000 abitanti sono una dozzina. «Non mi risulta che altri al’infuori di Montefiore abbiano chiuso – dice Riziero Santi, Pd, presidente dell’Unione Comuni della Valconca, da tempo in polemica con la Cipriani –, nè in Valconca nè in Valmarecchia». Il dubbio riguardo la scelta di una forma di protesta su scelte politiche del Governo utilizzando il tasto dei servizi (negati per un giorno) ai cittadini, che li pagano. Sul municipio chiuso sentiamo la Prefettura: «Non abbiamo avuto comunicazioni a riguardo, nè segnalazioni da parte di cittadini. Faremo svolgere approfondimenti a riguardo. Importante siano stati garantiti i servizi essenziali». Domenica 11 ottobre si vota per il rerendum sulla fusione tra Monte Colombo e Montescudo, il sindaco Cipriani si unirebbe ad altre municipalità? «Mai – tuona la combattiva Vallì – sarebbe come azzerare la nostra storia. L’Italia è fatta di piccoli borghi, vanno mantenuti e valorizzati, non… fusi».
Resto del Carlino