«La propensione a trattare la cosa pubblica come se fosse cosa propria». E’ una delle frasi con cui il gip, Vinicio Cantarini, stigmatizza il comportamento dell’ormai ex sindaco di Morciano, Claudio Battazza, arrestato venerdì scorso dalla Guardia di finanza perchè accusato di avere messo in piedi una finta sponsorizzazione per pareggiare il bilancio. Battazza, difeso dall’avvocato Piero Venturi, comparirà stamattina davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia, e sembra deciso a difendersi con le unghie e con i denti. Intanto, ieri pomeriggio gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle hanno sentito come persone informate sui fatti i titolari della ‘Rinnovamento Ghigi’ srl’, la società che secondo l’accusa sarebbe stata costretta da Battazza a firmare il contratto di sponsorizzazione da quasi 400 mila euro. Con l’ex primo cittadino sono indagati anche vice sindaco, segretario comunale, ragioniere e giunta.
La società in questione è quella che aveva ottenuto le autorizzazioni per la riqualificazione dell’ex pastificio Ghigi e che per gli inquirenti sarebbe stata indotta a firmare il contratto simulato dagli amministratori, i quali avrebbero paventato la non approvazione o il ritardo dei permessi. Per i finanzieri, quel contratto era falso e l’entrata messa a bilancio non c’è mai stata. Al contrario di quello che sostiene invece la difesa, che è pronta a esibire il versamento da parte della società dei primi 60mila euro, dopo la causa intentata dal Comune di Morciano. Causa, ribattono gli inquirenti, del tutto strumentale quando hanno saputo che sulla vicenda stava indagando la Finanza. La differenza a questo punto la faranno le dichiarazione che hanno rilasciato ieri i titolari del ‘Rinnovamento Ghigi’, su cui c’è il più stretto riserbo. Ma le conclusioni a cui è arrivato il giudice per le indagini preliminari dopo avere letto gli atti del pubblico ministero, l’hanno portato a emettere un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Arresto motivato con il rischio che Claudio Battazza (che si è dimesso subito dopo l’arresto e ieri ha consegnato le chiavi del municipio) potesse reiterare il reato. Nell’ordinanza, il giudice fa l’elenco di una serie di «comportamenti a dir poco disinvolti, tecnicamente irregolari e contrari alla legge: promesse verbali, visti di approvazione/autorizzazione abnormi» che riguarderebbero l’installazione di una serie di manufatti che dovevano essere invece oggetto di permesso edilizio. Permessi che invece Battazza avrebbe autorizzato verbalmente, e in un caso «cercando di persuadere un agente della Polizia municipale a non presentare o ritardare la denuncia». Il Resto del Carlino
