Aveva confidato ad un “amico virtuale” su Internet “ansie e insofferenze” rispetto alla vita universitaria Andrea Prospero, diciannovenne di Lanciano iscritto alla facoltà d’informatica dell’Università di Perugia morto dopo avere ingerito alcuni farmaci.
Scelta nella quale sarebbe stato “più volte incitato e incoraggiato” da un giovane appena diciottenne residente a Roma, messo agli arresti domiciliari.
Un incensurato appartenente a un contesto familiare “assolutamente normale” ritengono gli inquirenti. Secondo i quali Prospero gli confidò di non avere il coraggio di suicidarsi ricevendo un “ulteriore incoraggiamento”.
La tragedia di Andrea sia “un monito per tanti ragazzi che in rete non trovano l’oceano in cui navigare ma piuttosto un abisso profondo ed estremamente pericoloso”. Lo dice l’avvocato Francesco Mangano, legale della famiglia di Andrea.
“Sarebbe una magrissima consolazione” aggiunge il legale. “Il vuoto che ha lasciato Andrea è incolmabile – sottolinea la sorella dello studente, Anna – Noi confidiamo nella giustizia e ringraziamo gli inquirenti, gli avvocati e tutte le persone che ci hanno aiutato a far venire fuori la verità e che ci aiuteranno ancora”.
Ansa