Una vita tra ombrelloni, solidarietà e la passione per le due ruote
Una curva di troppo, un impatto devastante, e la vita di Giorgio Selva si è spezzata giovedì poco dopo mezzogiorno a Osteria Nuova, in provincia di Pesaro.
Sessantuno anni, cattolichino doc, titolare della Tessitura Selva di San Giovanni – storica fabbrica di ombrelloni e lettini che ha arredato le spiagge di mezzo mondo – Selva era in sella alla sua moto Bmw quando, all’incrocio tra via Buonarroti e via Jotti, si è scontrato con una Lancia Musa.
Un urto violentissimo, lanciato sull’asfalto, inutili i tentativi dei sanitari del 118 e l’intervento dell’eliambulanza. Giorgio non si è più rialzato.

Una tragedia che colpisce due comunità – Cattolica e San Giovanni – che oggi piangono un uomo conosciuto per l’impegno nel lavoro e nel sociale, ma anche per la sua passione viscerale per le moto. Una passione che già anni fa lo aveva visto sopravvivere miracolosamente a un altro terribile incidente a Riccione. Stavolta, purtroppo, questa volta non è andata così.
Un marchio che ha fatto la storia del turismo balneare
Il nome di Selva non è legato solo alla cronaca. È legato alla storia stessa della Riviera. La Tessitura Selva, nata alla fine degli anni Venti a Montescudo grazie all’intuizione delle famiglie Magnanelli e Selva, ha accompagnato il boom turistico italiano dagli anni Trenta in avanti, con una scelta industriale lungimirante: specializzarsi negli arredi balneari.
Ombrelloni, lettini, sdraio: pezzi di Riviera che, da Rimini a Miami, hanno definito l’immaginario delle vacanze al mare. Nel dopoguerra l’azienda cresce insieme ai bagnini e al turismo di massa, arrivando oggi a contare circa 140 dipendenti e a esportare in tutta Europa e negli Stati Uniti. Una dinastia familiare che ha visto succedersi cinque generazioni: dal bisnonno Selvino a Secondo, da Paolo a Giorgio.
L’uomo oltre l’imprenditore
Dietro l’imprenditore c’era però un uomo dal cuore grande. Giorgio aveva partecipato attivamente alle missioni in Africa dell’associazione “Cattolica per la Tanzania”, spendendosi in prima persona per la solidarietà internazionale. Maurizio Lugli, presidente dell’associazione, lo ricorda come «un punto di riferimento, sempre pronto ad aiutare gli altri, un esempio per tanti».
Non mancava nemmeno l’impegno civile e associativo: vice presidente del Rotary Club di Riccione-Cattolica, membro del Club41, protagonista di raccolte fondi e iniziative di solidarietà.
Un’eredità che resta
Selva lascia la moglie Stefania e i figli Alessandro e Giovanni. Una famiglia che oggi si stringe nel dolore ma che porta sulle spalle l’eredità di valori costruiti con il lavoro e con la passione.
La sindaca Mariana Foronchi ha espresso il cordoglio della comunità: «Siamo vicini alla famiglia del nostro concittadino Giorgio. La sua scomparsa lascia un grande vuoto per le sue doti umane e professionali. Grande ed esemplare la passione profusa nella sua impresa, con cui ha contribuito alla crescita del nostro territorio».
L’ultimo saluto
La camera ardente è stata allestita ieri, a partire dalle 15:30, presso l’Ospedale di Muraglia di Pesaro. Non si terranno funerali tradizionali: la famiglia ha scelto un momento di raccoglimento pubblico. dove amici, colleghi e cittadini potranno rendergli omaggio.
Ieri, sull’asfalto di Osteria Nuova, non è morta solo una vita. È morta una parte della storia industriale e sociale della Riviera. Ma è proprio la traccia lasciata da Giorgio Selva – tra fabbrica, volontariato e famiglia – che continuerà a parlare, più forte di qualsiasi silenzio.