
“Mettiamo in guardia gli Stati Uniti dal fare passi provocatori, compresa la fornitura (all’Ucraina) di armi di sempre più a lunga gittata e più distruttive”. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov, affermando che c’è ormai solo una “sottilissima linea a separare gli Stati Uniti dal diventare una parte in conflitto“. “Le sfacciate forze anti-russe – avverte Ryabkov – non devono illudersi che tutto rimarrà immutato una volta che quella linea sarà stata superata”. Lo riferisce l’agenzia Interfax.
“La demonizzazione della Russia è cominciata negli Stati Uniti molto prima dell’operazione militare speciale (in Ucraina)”, ha affermato Ryabkov durante un’intervista alla televisione Rossiya-24. Fin dalla prima decade del 21/o secolo, ha insistito il vice ministro, “le elite politiche americane hanno adottato una narrazione anti-russa, in altre parole, favole che non hanno nulla a che vedere con la realtà”.
Secondo Ryabkov, tale narrazione “serve da schermo per coprire i loro fallimenti, le loro beghe politiche interne e problemi, che si stanno moltiplicando nella società americana”.
La guerra sul campo
Intanto Kiev ha riferito di aver colpito una base russa a Energodar, la città dove si trova la centrale nucleare di Zaporizhzhia occupata dalle truppe russe. “Nelle località di Kherson e di Energodar, attacchi precisi delle nostre truppe hanno distrutto tre sistemi di artiglieria nemici, oltre a un deposito di munizioni”, ha affermato l’esercito ucraino nel suo rapporto serale.
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