Mps, acquisti in Borsa. Riapre la conversione dei subordinati. Il piano del Tesoro

monte dei paschiMILANO – Il titolo del Monte dei Paschi di Siena viene acquistato in Borsa all’attesa riapertura dei mercati, contraddistinta dalla solita volatilità dopo un fine settimana di lavoro intorno all’aumento di capitale da 5 miliardi che la Bce ha imposto di portare a termine entro la fine dell’anno. Alla fine della giornata di contrattazioni, il titolo del Monte segna un rialzo del 3,7%.

Il tentativo in extremis di mercato. Mercoledì a Siena dovrebbe riunirsi nuovamente il cda di Mps per valutare tempi e modi per la riapertura della conversione dei bond subordinati, stavolta estesa ai possessori retail. Il lancio dell’operazione potrebbe così avvenire giovedì o, al massimo, all’inizio della prossima settimana. Contemporaneamente dovrebbe partire il lavoro delle banche d’affari per contattare quegli investitori che si sono mostrati interessati a partecipare all’operazione di rafforzamento patrimoniale della banca per 5 miliardi. L’avvio della conversione è ovviamente subordinato al ‘disco verde’ delle autorità di vigilanza.

La riapertura della conversione è stata decisa dal cda che si è riunito nel pomeriggio di domenica a Milano e ha deciso di giocare le ultime carte per riuscire a mettere insieme un’operazione di mercato. Che sia un piano difficile è testimoniato dal fatto che lo stesso consorzio di garanzia delle banche d’affari guidate da Jp Morgan e Mediobanca, che ha esercitato il diritto contrattuale di sfilarsi giudicando evidentemente troppo rischioso l’onere di accollarsi i titoli eventualmente non venduti al mercato. Un impegno, quello di collocare le azioni Mps dell’aumento, che in ogni caso le banche hanno confermato.

Proprio per ridurre il ricorso al mercato, nell’ultimo cda è stato proposto un aggiustamento al piano originario e in particolare all’operazione di conversione dei titoli subordinati in azioni: vi hanno partecipato nelle scorse settimane gli investitori istituzionali, garantendo così un miliardo di capitale al Monte dei Paschi. Ora, la banca ha deciso di riaprire la conversione dei bond subordinati in azioni, allargando le maglie in modo da coinvolgere anche la clientela retail. Infatti, per evitare ricorsi o tirate di orecchie da parte della vigilanza, per la conversione che si è chiusa nei giorni scorsi Mps aveva previsto requisiti così stringenti che alla fine solo i possessori ‘istituzionali’ hanno potuto aderire. Per esempio: a differenza di quanto avvenuto finora, stavolta Mps intenderebbe andare proprio a bussare alle porte dei risparmiatori, per informarli della possibilità di convertire i loro bond in azioni. Su questo aspetto si sono concentrati i contatti con la Consob, che per ovviare ai problemi di adeguatezza Mifid potrebbe considerare le due opzioni in mano ai piccoli risparmiatori equivalenti, sulla scorta del fatto che senza aumento di capitale il titolo obbligazionario nelle loro mani rischia di diventare carta straccia. Con la conversione dei bond istituzionali Mps ha raccolto un miliardo. Dal retail – 40 mila risparmiatori con bond subordinati per un totale di 2 miliardi – Siena conta di portare a casa una cifra compresa fra il miliardo e il miliardo e mezzo.

“E’ nostro dovere valutare tutte le strade per verificare se è possibile completare un’operazione di mercato”, ha detto l’ad Marco Morelli in un messaggio video, parlando del salvataggio della banca. “Allo stesso tempo – ha aggiunto – siamo pronti a ricorrere tempestivamente a tutte le misure possibili per mettere in sicurezza la banca” affinché “abbia davanti a sé un percorso di crescita e stabilità nei prossimi anni, portando avanti il proprio progetto industriale”. Poi ringraziando i dipendenti ha parlato comunque di “situazione molto difficile”.

Il piano del Tesoro. Se anche questa opzione non dovesse andare in porto, allora non resterebbe che ricorrere all’intervento del Mef. Il Tesoro, come ricostruisce Repubblica in edicola, ha un piano pronto per tamponare ogni possibile falla e ha comnque deciso di dare un’altra settimana di tempo per provare a sistemare le tessere del puzzle di mercato. Anche perché, fanno notare al Tesoro, la banca non ha problemi di liquidità e se anche questi dovessero insorgere è possibile aprire un ombrello protettivo da 150 miliardi dando la garanzia statale a emissioni di emergenza. In caso di fallimento dell’opzione di mercato, il Tesoro passerebbe alla ricapitalizzazione preventiva del Monte, che evita di coinvolgere gli obbligazionisti ordinari, attraverso la conversione forzosa degli obbligazionisti junior, fornendo il capitale necessario extra. A quel punto, ai piccoli azionisti retail si aprirebbero le porte dei rimborsi.