In relazione all’articolo apparso in data odierna su Tribuna con il titolo “Bombe dimenticate”, la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri ritiene opportuno fare alcune precisazioni.
In caso di rinvenimento di ordigno bellico esiste una procedura che vede in capo alla Gendarmeria il compito di adoperarsi per la messa in sicurezza del luogo secondo le modalità ritenute più adeguate dal Corpo.
La consuetudine che vedeva nei tempi passati il coinvolgimento di una persona per la rimozione degli ordigni è stata abbandonata, come ampiamente riferito in Consiglio Grande e Generale, non certo per motivi economici quanto, in primis, per tutelare l’incolumità del personale coinvolto nell’operazione.
L’orientamento adottato è stato quello di rivolgersi ad artificieri di comprovata esperienza professionale, in grado di gestire tutte le tipologie di ordigni, attraverso una collaborazione con le competenti Autorità italiane.
Una prima operazione di bonifica in tal senso è stata svolta con successo lo scorso anno da parte di alcuni artificieri italiani e, sulla base di questo primo caso pilota, sono state avviate le trattative per addivenire ad un intesa tecnica, in dirittura di arrivo, che prevederà il coinvolgimento degli artificieri italiani e delle loro apposite strumentazioni per l’eventuale brillamento, il tutto a fronte di costi piuttosto contenuti, in quanto limitati alle sole spese vive di trasferta.