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Un omaggio a Roma con la musica di Ottorino Respighi diretta da Iván Fischer e le immagini di Yuri Ancarani per inaugurare il 12 ottobre la Stagione Sinfonica. Poi una girandola di grande musica, dal barocco alle composizioni contemporanee, con i big del podio, solisti prestigiosi, debutti di giovani talenti, due tournèe in Europa con la novità, dal 23 marzo al 1 aprile, del Festival di Pasqua a Salisburgo dove l’orchestra con Antonio Pappano nella veste di direttore emerito saranno in residenza per una settimana, prima volta per una compagine italiana. Il cartellone 2023-2024 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è ricco di nomi di spicco da Jakub Hrůša a Daniele Gatti, Daniil Trifonov, Maurizio Pollini, Martha Argerich, Teodor Currentzis, Igor Levit, Evgeny Kissin, Víkingur Ólafsson, Lang Lang, Lahav Shani, Elīna Garanča, Ildar Adbrazakov, Patricia Kopatchinskaja. Il direttore d’orchestra ungherese Ivan Fischer, che torna dopo 17 anni a dirigere l’orchestra ceciliana nel concerto inaugurale (con repliche il 13 e 14 ottobre) – proporrà i tre poemi sinfonici di Respighi – Fontane di Roma, Pini, di Roma e feste romane – con la partecipazione di Ancarani, tra i videoartisti più in vista della scena internazionale per un mix di suoni e immagini ispirate da Roma inedito per la fondazione musicale. “Quest’anno apriamo addirittura con un Festival – dice il presidente Michele dall’Ongaro – il Bringing Europe Festival creato a Budapest da Fischer che vuole costruire ponti tra la capitale ungherese e le grandi città europee. Dopo Berlino e Amsterdam e lo stop imposto dal Covid quest’anno tocca a Roma”. La serata di apertura prevede anche due composizioni per coro a cappella di Franz Liszt, anch’esse dedicate a Roma, che vedono protagonista il Coro dell’Accademia e il debutto del nuovo maestro del coro Andrea Secchi. Il 15 ottobre la Budapest Festival Orchestra eseguirà la Rapsodia Ungherese e il concerto per Pianoforte di Liszt, e il Mandarino meraviglioso di Bartok. Il 16 sarà la volta di brani di Ligety, Cajkovskij e altri autori ungheresi. In vista dell’arrivo nell’ottobre 2024 di Daniel Harding come nuovo direttore musicale dopo i 18 anni della gestione Pappano, Santa Cecilia ha messo a punto per la nuova stagione ventotto produzioni sinfoniche, 18 da camera, con la presenza di due Orchestre ospiti – Utopia diretta da Teodor Currentzis e la Hong Kong Philharmonic con Jaap van Zweden sul podio -, e un repertorio che spazia da Vivaldi, Händel, Beethoven, Smetana, Čajkovskij, Bruckner, Verdi, Mahler, Sibelius, Šostakovič, Rachmaninoff. Tre gli appuntamenti sinfonici con il Direttore Ospite Principale Jakub Hrůša, l’ultimo dei quali con il pianista Daniil Trifonov nel Concerto per pianoforte del compositore contemporaneo statunitense Mason Bates. Pappano tornerà sul podio due volte: a novembre con Igor Levit al pianoforte e a febbraio con la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi con la star Elīna Garanča al debutto ceciliano e il basso Ildar Adbrazakov nel cast. Tra i grandi ritorni Gianandrea Noseda con Evgeny Kissin al pianoforte; Philippe Jordan che dirigerà il Requiem Tedesco di Brahms; Myung-Whun Chung nella Pastorale di Beethoven e La sagra della primavera di Stravinskij; Jaap van Zweden, Leonidas Kavakos, il soprano e direttore canadese Barbara Hannigan, Semyon Bychkov. La stagione sinfonica si concluderà con il direttore israeliano Lahav Shani nella Nona di Beethoven e nel Concerto per pianoforte n. 2 con Martha Argerich. Dopo i rinvii causati dal Covid, infine, arriva finalmente a novembre in prima italiana Buddha Passion del compositore e direttore cinese Tan Dun, rinviata due volte causa Covid. Tra i grandi pianisti della stagione da camera, il coreno Seong-Jin Cho, Víkingur Ólafsson (considerato il Glenn Gould islandese), Lang Lang, Grigory Sokolov e Maurizio Pollini.
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