
Ancora un segnale che qualcosa non va.
«Non c’è dubbio che è uno spunto su cui riflettere il prima possibile», risponde senza esitazione il segretario alla Sanità, Francesco Mussoni.
Quali altri scogli vi aspettate prima di approvare il bilancio?
«Grossi scogli non ce ne dovrebbero essere. Credo che chiuderemo tra lunedì e martedì».
I punti forti e quelli deboli di questa Finanziaria?
«Quello più forte è indubbiamente rappresentato dal raggiungimento dell’equilibrio dopo quattro anni di sofferenza e di contrazione del Pil. Il punto debole è che pur essendo un documento politico, credo che la legge dovrebbe contenere anche i punti principali di rilancio del Paese e questa non li ha».
L’approvazione è scontata, ci sarà. Ma dopo cosa succede? Da tempo questa maggioranza sembra essere in camera di rianimazione.
«Non c’è dubbio che dopo l’approvazione c’è bisogno di un chiarimento serio su come si voglia governare questo Paese. C’è la necessità di fare un’analisi chiara, lucida e dura ma necessaria. Altrimenti la logica del disordine prevarrà».
Che tempi propone per questa discussione-chiarimento all’interno delle forze di maggioranza?
«Brevissimi. Bisogna iniziare subito le feste. Quello che si avverte tra le persone è che non vogliono una maggioranza inerte, indecisa. Il desiderio è che si faccia subito tutto il possibile per fare ripartire questo Paese. Se queste condizioni non ci sono occorre seriamente riflettere se sia il caso di proseguire oppure andare al voto».
In questo caso continuare con le solite coalizioni o aprire anche a forze esterne?
«Se analizzo il dibattito in aula e gli emendamenti presentati non vedo una alternativa politica da parte delle forse di opposizione. L’attuale coalizione ha senso di esistere ancora perché vedo che c’è comunque una volontà al cambiamento. Occorre ripartire da queste solide basi politiche e Bene Comune lo è».
Non pensa che i cittadini siano stanchi di vedere sempre le solite facce sedersi al governo?
«Intanto occorre capire se ci sono le possibilità di governare ancora, su questo punto insisto. Poi sicuramente anche all’interno dei partiti ci sono persone preparate che possono emergere».
Parliamo di lei: si vedrebbe bene ancora in questo dicastero oppure pensa ad altro?
«Guardi, sinceramente non ci ho pensato. Bisogna pensare a far ripartire occupazione, economia reale oltre ad attirare capitali onesti».
A proposito di capitali onesti: cosa dice del lavoro del tribunale?
«La politica non deve entrare nel loro operato ma solo avere pieno rispetto del loro lavoro».
Un’altra questione di questi ultimi tempi: la voluntary disclosure. Se i capitali escono tutti, un miliardo e 100 milioni di euro, qualche problema potrebbe esserci.
«Io credo che una buona parte resterà nelle nostre banche. Il sistema finanziario comunque ha dato prova di buona tenuta in questi anni».