
Non è “dai particolari che si giudica un giocatore”, canta De Gregori.
Un giocatore lo si giudica “dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”.
I versi di De Gregori erano perfetti per me.
Prima di Nadal.
Nadal è il campione del coraggio, dell’altruismo, della fantasia e, ancor più, dei particolari.
Non ha cambiato i parametri per giudicare un giocatore, un campione, un fuoriclasse, li ha ampliati, completati.
Se giochi contro Nadal non ti basta avere coraggio, fantasia, lui può batterti, ti batte, con i particolari.
La battuta.
Lui palleggia sino all’ultimo secondo, appena scatta l’ultimo secondo, lancia la palla in aria, perfetta, la colpisce, alla perfezione.
Si prende tutto il tempo, per pensare, per guardare con la mente, il punto esatto dove mandare la palla, la velocità, l’effetto.
La sua mente ha già visto la risposta, dove tornerà la palla nel suo campo, per colpirla ancora, alla perfezione.
Ogni particolare è calcolato
Diritto e rovescio.
Lui vede il punto debole dell’avversario e va lì, in continuazione, alla perfezione. Quando la risposta diventa ancora più debole, lui accelera, sullo stesso punto o su quello opposto. Mai in mezzo. Mai corto. Mai nel momento sbagliato. Mai un momento sbagliato. Perfetto.
Noioso?
No. Mai. È una perfezione fantasiosa. È la perfezione al servizio della fantasia. È la fantasia al servizio della perfezione.
Nessun colpo banale.
È un ordine mentale.
È la fantasia che incontra la perfezione, il
particolare, al livello più alto. Mai visto.
L’asciugamano.
Tutti i giocatori asciugano l’impugnatura della racchetta o il sudore della fronte e poi buttano l’asciugamano sulla sedia o sulla balaustra.
Lui asciuga la fronte e poi stende con cura l’asciugamano, la stira con la mano.
Poi beve e mette in ordine, in fila le bottiglie, finisce la partita e butta via, una per una, le bottiglie, nel cesto.
Ogni particolare al suo posto.
È un ordine mentale.
Un grande ordine, in una grande mente.
Fenomenale.