NAPOLI – MAGLIOCCA, CONSULENTE DEL SINDACO DI ROMA, ALEMANNO, ARRESTATO

Il pool anticamorra di Napoli pare che abbia in mano elementi delicati riguardanti l’avvocato 37enne Giorgio Magliocca, ex An poi nel Pdl, dal 2002 sindaco di Pignataro Maggiore nel Casertano.

Magliocca che dal dicembre 2010 è anche consulente del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Ecco cosa viene scritto sullo stesso: Magliocca è “asservito da anni ai desiderata del clan camorristico locale”, e risulta che abbia potuto “vincere ripetute competizioni elettorali” con l’appoggio “di un sodalizio criminale agguerritissimo, resosi protagonista di delitti efferati”.

Alemanno, alla notizia dell’arresto, ha subito sospeso il suo consulente dall’incarico. I vertici locali del Pdl, con in testa il vice coordinatore vicario Mario Landolfi (del quale Magliocca è stato consulente) hanno espresso “fiducia e solidarietà” all’indagato. Alemanno ha invece tenuto a precisato che “gli addebiti mossi dalla magistratura non hanno nulla a che fare con la sua attività lavorativa presso Roma Capitale”.

L’obiettivo principe a cui mirano i magistrati inquirenti è quello di approfondire la natura dei rapporti fra Magliocca e le famiglie dei clan Lubrano e Ligato. Altresì si mira a far luce sulla gestione dei beni sequestrati ai malavitosi; tra questi una villa-bunker e un terreno agricolo di svariati ettari di superficie. Anche in virtù dei controlli ritenuti assai poco incisivi di Magliocca, la cosca avrebbe continuano a godere dei redditi provenienti da questi beni.
Secondo il gip, “è dimostrato che Magliocca chiese ripetutamente ai massimi esponenti del clan camorristico di impegnarsi per garantirgli l’elezione a sindaco”. Viene riportato l’episodio di due cene organizzate in un ristorante di Triflisco alla vigilia delle consultazioni del 2002 alle quali il futuro sindaco avrebbe chiesto sostegno elettorale a Lello Lubrano, ritenuto l’allora boss di Pignataro, poi ucciso in un agguato. Uno dei testimoni sentiti durante le indagini, l’autista di Lubrano, ha detto che il boss bloccò con sdegno il discorso quando Magliocca accennò a lavori pubblici e beni confiscati. “Ma che Raffaele Lubrano – obietta il giudice – la cui caratura di malavitoso non può essere in discussione, appoggiasse un candidato aspettandosi semplicemente un’attività amministrativa trasparente appare francamente inverosimile”.