Nations League, Mancini protegge Gnonto: ‘Non carichiamolo troppo’

Protegge il giovane Gnonto, loda Gianluigi Donnarumma, che domani sera vuole giocare contro l’Ungheria nonostante un dito lussato. E racconta che alcuni azzurri, a cui aveva dato il permesso di andare via, perché li vedeva stanchi, sono invece voluti rimanere: un buon segnale per il ct Roberto Mancini e la sua Italia bis, viste anche le polemiche dei giorni scorsi su chi aveva lasciato il ritiro. Costruire le basi per un nuovo ciclo in questa Nations League di giugno è sfida complicata, ma il tecnico campione d’Europa vuole mettere presto un altro tassello, dopo il punto conquistato dalla squadra che ha sperimentato contro la Germania, a Bologna. Domani sera, a Cesena, arriva l’Ungheria del suo ex compagno nella Samp Marco Rossi, capace di battere l’Inghilterra: “È una squadra che difende molto bene, ha centrali molto forti fisicamente, cercheremo di fare del nostro meglio”. Per l’Italia “non sarà partita scontata, non ne esistono più, stanno facendo un ottimo calcio”, dice il Mancio nella conferenza stampa della vigilia all’Orogel Stadium, domani esaurito con oltre 15mila presenti. Il ct non si sbilancia sulla formazione. Ci saranno senz’altro cambi rispetto alla Germania, ma non dice quali. “Non credo tutti, ma molti”.

Potrebbero esserci nuovi esordi. In porta c’è il dubbio Donnarumma, che nel finale della gara di Bologna ha rimediato una lussazione a un dito. “Ha un piccolo problema, ma vuole giocare, valutiamo domattina. Se si sente di giocare e vuol giocare, gioca. Per me rimane il miglior portiere d’Europa”. La voglia del numero uno del Psg “è un segnale” e “sono rimasti anche altri, Leo, il Gallo, a cui ho detto di andare a riposarsi. E’ un segnale”, ripete. Davanti si parla inevitabilmente di Gnonto, esordiente semisconosciuto fino all’altro giorno, in grado di entrare e, dopo cinque minuti, fare l’assist per il gol contro i tedeschi. L’esterno dello Zurigo “è un ragazzo che ha 18 anni, non bisogna dargli tanta pressione: deve avere la possibilità di crescere e migliorare”, lo protegge Mancini. “Per l’età che ha, sa giocare come pochi giocatori, ed è molto veloce. Ma deve crescere con calma, senza mettergli addosso pressione dopo mezzora di presenza in nazionale A”. Si continua a parlare anche di Scamacca, dopo la buona prova di mercoledì.

Per Mancini “ha tutte le qualità per diventare un centravanti molto bravo. Nonostante la sua altezza è veloce, potente, tecnico, può diventare completo”. Ma neppure per l’attaccante del Sassuolo c’è la certezza di una maglia da titolare. Il campionato è appena finito, la stanchezza è tanta. Lo ha ammesso anche Nicolò Barella: “C’è stanchezza, l’impegno c’è, ma vestire questa maglia deve essere sempre un onore e non un peso. Entro in campo per mettere tutto quello che ho e sono convinto che anche i miei compagni lo faranno”, dice l’interista. “Non sono tra quelli a cui il mister ha dato il permesso di andare a casa. Quando si parla di stanchezza e c’è questa maglia passa tutto in secondo piano, anche se la stagione è lunga bisogna onorare la maglia azzurra”, ribadisce il concetto. “Il pubblico? Non possiamo fare altro che ringraziarlo. Dopo la grande delusione del Mondiale mancato ci sono stati vicini, hanno riempito gli stadi. Entreremo in campo per cercare di onorare la loro voglia e di vincere”.

BARELLA: ‘LA MAGLIA AZZURRA È UN ONORE NON UN PESO’
“Non sono tra quelli a cui il mister ha dato il permesso di andare a casa. Quando si parla di stanchezza e c’è questa maglia passa tutto in secondo piano, anche se la stagione è lunga bisogna onorare la maglia azzurra”. Lo ha detto Nicolò Barella, alla vigilia della partita degli Azzurri contro l’Ungheria a Cesena. “Il pubblico? Non possiamo fare altro che ringraziarlo. Dopo la grande delusione del Mondiale mancato ci sono stati vicini, hanno riempito gli stadi. Entreremo in campo per cercare di onorare la loro voglia e di vincere”, ha aggiunto l’interista. “Non sta a me dire – ha continuato l’interista, rispondendo a una domanda sugli impegni di Nations Leaugue – se si poteva fare a meno di queste partite. C’è stanchezza, l’impegno c’è, ma vestire questa maglia deve essere sempre un onore e non un peso. Entro in campo per mettere tutto quello che ho e sono convinto che anche i miei compagni lo faranno”. “Dispiace – ha detto, tornando sulla mancata qualificazione per il Qatar- aver perso con la Macedonia, essere usciti così, in una partita che bisognava vincere 4-0. Questa volta per me un dispiacere doppio, mi sentivo protagonista di quanto accaduto. Non mi so dare una spiegazione, cercheremo di fare di tutto per andare al prossimo, giocare un grandissimo europeo.


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