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(ANSA) – CROTONE, 17 APR – “Quando chiedevamo di chiamare la
polizia ci dicevano che dovevano far tornare la barca in
Turchia. La tempesta era forte, era pericoloso abbiamo pensato
di morire. L’acqua entrava dagli oblò. Non so quante ore siamo
stati in quelle condizioni di pericolo, forse 10. Ma il problema
non è stato il mare, è stata la secca contro cui è finita
l’imbarcazione”. Lo ha detto uno dei superstiti, l’iraniano
Rezappourmoghaddam Motjabu ai giudici di Crotone nell’incidente
probatorio nell’inchiesta a carico dei presunti scafisti.
Drammatico il racconto del momento del naufragio: “Io ero
seduto dentro proprio dove c’è stato l’impatto. L’acqua ha
iniziato a entrare e donne e bimbi piangevano. Sono andato verso
la scaletta per uscire in coperta ma c’era tanta gente che
diceva che non davano il permesso di salire. Quando sono
arrivato su avevo già l’acqua alla gola. Ho cercato di
aggrapparmi alla cabina di comando ed ho visto uno degli
scafisti, (identificato in quello deceduto, ndr) che rompeva il
vetro della cabina per scappare. Poi ho visto molti cadaveri. Mi
sono aggrappato ad un pezzo di legno. Le onde erano alte.
Aspettavo solo la morte. Poi un’onda molto forte mi ha
catapultato sulla spiaggia. Non sono stato in acqua molto tempo,
ma è stato comunque lungo come un’intera vita”.
L’uomo ha raccontato di aver visto delle luci spiegando che
erano come dei segnali che indicavano dove andare. Non ha saputo
dire se si trattava dei soccorsi. “Sulla spiaggia ho visto solo
tre delle persone che stavano nella cabina con i capitani,
mentre i capitani non c’erano più (uno era deceduto e due
scappati, ndr)”.
L’uomo non ha saputo dire se gli scafisti abbiano usato un
gommone o altri mezzi. Ha raccontato che “tre sono arrivati
sulla spiaggia dopo di noi, anche loro erano impauriti e
tremavano di freddo, ma quando le persone li hanno individuati
hanno cercato di aggredirli perché avevano fatto morire i loro
parenti. C’erano già le forze dell’ordine presenti che hanno
fermato l’aggressione”.
Prossima udienza dell’incidente probatorio il 26 aprile.
(ANSA).
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