Nella giornata per la libertà di stampa, Alessandro Rossi un vero esempio della libertà di… denigrare

L’esempio ci viene da Alessandro Rossi, che di informazione un po’ dovrebbe saperne, in quanto Sinistra unita, oltre ad aver esponenti in commissione vigilanza, per un paio di anni ha avuto, con Ivan Foschi, la responsabilità della Segreteria all’Informazione, oltre ad aver dato vita a due prodotti editoriali, l’ultimo nelle nostre case in questi giorni.

Ma da animale politico, sentitosi accerchiato venerdì scorso in Consiglio Grande e Generale, ha fatto come tutti quelli che si sentono attaccati: ha deviato l’attenzione e fatto – o meglio cercato di fare – la voce grossa!

E così nel bel mezzo di un dibattito sui giochi ha avuto prima l’ardire di pronunciare, tuonando: “E se io dicessi che c’è qualcuno indagato dalla direzione nazionale antimafia alla Giochi del Titano?”.

E poi, incalzato giustamente perché certe accuse non si possono lanciare così, ma protetto ovviamente dall’immunità parlamentare ha specificato che si trattava del Direttore Dott.Caronia.

Ammettendo – sommessamente ed a fil di voce – però che non era sicuro “dell’attendibilità” della notizia. Che ridere! si lanciano accuse pesantissime e non si verificano le notizie? Ma che roba è? Ma si fa così?

E sarebbe stato anche facile. Bastava infatti chiamare chi aveva nominato proprio Sinistra unita nei giochi per avere un riscontro, oppure chiedendo lumi al diretto interessato o anche ai vertici stessi della Giochi del Titano.

Così avrebbe scoperto che quel nome inserito nella relazione dell’anno scorso (datata 1 luglio 2009 – 30 giugno 2010, cioè proprio quando la persona in questione aveva lasciato il posto di Direttore Amministrativo del casinò di Sanremo) alla fine non trovava riscontro negli atti della Procura.

E si perché essendo già emersa la vicenda, il povero malcapitato, contattati i suoi legali, ha fatto verificare e dalla Procura della Repubblica di Sanremo hanno attestato, come prevede la legge di riferire, che non ha indagini in corso.

Ma no. Il bravo Rossi questo, ovviamente, non l’ha fatto. Ha invece attaccato, gettato fango e tirato in ballo qualcuno che sulla questione ancora attende chiarimenti come tutti. Non solo. Un partito garantista come SU, autore dell’ottima legge sul “giusto processo” che ha rivisto in chiave di maggiori diritti della difesa l’impostazione della giustizia sammarinese, dovrebbe infatti aspettare a condannare le persone prima che un tribunale si sia espresso, o che addirittura abbia fatto iniziare le indagini. Ma ovviamente Rossi non è SU, che però chiedendo le dimissioni di Caronia si è fatta purtroppo partecipe.

Oltretutto, pure nella Pa sammarinese, prima di sospendere un dipendente ci deve essere la comunicazione di indagini o di rinvio a giudizio. Qua – incredibilmente – non c’è neppure questo, ma un nome inserito all’interno di una relazione dove viene indicato il ruolo ricoperto dalla persona al momento delle verifiche su irregolarità al casinò di Sanremo. Ma c’erano ben altri sopra di lui.

Insomma, un colpo basso e pure un po’ meschino, dove nella più bieca tradizione della denigrazione, si è voluto cercare di colpire, per vie traverse, la maggioranza, sparando però su altri.

Ma ormai, purtroppo, anche il tiro mancino di Rossi ha prodotto la sua bella eco, come i tanti cerchi concentrici che si formano sull’acqua, quando qualcuno ci lancia un sasso. Però quel qualcuno, con la sua bella immunità parlamentare, quella mano è come se l’avesse maldestramente già tirata indietro. Speriamo solo che la tirino indietro anche gli elettori di Sinistra Unita quando sarà ora di inserire il suo nome nella scheda elettorale!

marco.severini@giornale.ms