Nelle Marche la notte non è più rosa. Per noi sono soldi buttati. Fano esce dalla festa

«Qualunque decisione prenderanno le Marche sulla partecipazione alla Notte Rosa 2017 noi ne prenderemo atto. Se ci vorranno stare saranno i benvenuti, altrimenti noi tireremo diritto, perché crediamo molto nella manifestazione e continueremo a investire sulla sua buona riuscita». L’assessore regionale al Turismo dell’Emilia Romagna, Andrea Corsini, si smarca dalle polemiche scoppiate a Sud del Tavollo in questi giorni. Esserci o non esserci? Questo il problema che divide il mondo turistico marchigiano. L’omologo di Corsini, assessore Pieroni, ha parlato della necessità, per le località balneari marchigiane, di «creare una giornata tutta nostra». Il Comune di Fano ha fatto di più, semplicemente cancellando dal calendario di manifestazioni turistiche 2017 la Notte Rosa. «Soldi buttati – rincara la dose Amerigo Varotti, direttore generale di Confcommercio Pesaro e Urbino – quei 75mila euro versati dal Comune di Pesaro agli organizzatori della Notte Rosa 2016 solo per aderire alla manifestazione e inserire gli eventi di quella serata nei depliant e nella pubblicità della Notte Rosa. Sa quanti eventi nostri facevamo con quei soldi?» E ancora: «L’evento non ci appartiene come territorio. Un turista che voglia parteciparvi va in Romagna, non a Pesaro o Fano. Basta fare i parenti poveri della Romagna coi soldi dei contribuenti». «Per noi resta un grande evento strategico – commenta Corsini –. Non credo che la Notte Rosa senza Pesaro e Fano perderà di forza. Se per le Marche la manifestazione non è strategica, e se non ha portato risultati significativi, facciano le loro scelte. Soltanto ce lo facciano sapere quando avranno deciso. Noi siamo accoglienti». «La Notte Rosa è un progetto strategico», rilancia da Pesaro il vicesindaco con delega al Turismo Daniele Vimini. «Stiamo cercando di convincere di questo la Regione Marche – prosegue – che nel 2015 è anche riuscita a darci un contributo in comunicazione, così come la Regione Emilia Romagna sostiene la comunicazione della parte romagnola, facendo sì che i Comuni possano investire in contenuti ed eventi. L’anno scorso però questo apporto è venuto meno per scelte di bilancio. Da qui il maggior costo in comunicazione per il 2016 per i Comuni, Pesaro in primis». «Rispettiamo però la scelta di Fano di uscire dal progetto – conclude – dandosi altre priorità. Noi crediamo invece che i risultati, che pure sono sotto gli occhi di tutti, degli esercenti in primis, saranno ulteriormente consolidati e che non abbia senso tornare indietro su una strada che sta portando tanto, proprio in termini di promozione del territorio». Il Resto del Carlino