
“Ho dato un senso al disordine, gli album sono utili anche a questo, a tirare una riga”: così Nesli parla del suo nuovo disco ‘Nesliving vol.4. Il seme cattivo’, 22 tracce in uscita domani dove l’artista di Senigallia – fratello minore di Fabri Fibra – racconta i suoi ultimi 5 anni “che sono stati belli tosti”. “Si erano esauriti male dei rapporti di lavoro, lasciando tanto amaro, avevo deciso di cambiare tutto ma poi – racconta Francesco Tarducci – è arrivato il Covid e mi sono trovato nel cambiamento senza poterlo attuare, mi sono trovato a 40 anni come se ne avessi 20 ed è stato un ricominciare”. Per farlo, Nesli ha dovuto affrontare alcuni demoni, come i suoi miti, Elvis e Marilyn, che porta tatuati sulle braccia. In ‘Money’ per esempio, affronta il tema del denaro: “sono sempre stato uno con le mani bucate, avevo il mito della rockstar e quando ci sono andato vicino mi sono detto ‘non tornasse questo momento, me lo vivo da campione’. I soldi sono stati un bel demone, è stato un sogno – confida – vedere che arrivavano grazie alla musica e mi sono fatto travolgere”. Ma di demoni, “me ho avuti tanti, ma ho scoperto che il modo per scacciarli sono i sorrisi e le piccole cose”. E affrontarli, come fa in ‘Lazarus’, lettera a Milano e alla sua famiglia, dove parla anche del famoso fratello, “ma come fratello – precisa – non come personaggio pubblico”. Che Nesli non ami parlare del fratello maggiore è cosa nota, ma oggi ci scherza sopra: “siamo i Gallagher della musica italiana, ma – sottolinea – senza violenza, non ci siamo mai tirati niente”. Del disco, con featuring di Davide Shorty, Zoelle, Maruego, Jack The Smoker, Hanami, Raige, Nesli dice che “È un progetto musicale libero da strategie e tendenze, dalla ricerca spasmodica di un singolo da passare in radio, è un disco crudo e sincero, forse troppo”. “Non rappresento un genere o un movimento ma solo me, nel bene o nel male, diranno che sono fesso ma in questo – rivendica – sono un idealista”. Così il “poeta punk”, come lo chiamano i fan, è rimasto piacevolmente stupito da Spaghetti Unplugged, un open-mic per artisti emergenti e nomi già affermati, “una serata dove non sembra essere arrivato Instagram, con un pubblico senza telefonino che non pensavo che esistesse ancora”. Dai social, Nesli ricava invece una sensazione di “ansia e tensione, non capisci più cosa è grave o leggero e sono causa di stress, se li avessi avuti da ragazzino sarei impazzito, e non a caso – conclude – tanti giovanissimi vanno in analisi”.
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