“Nessun panico, le zecche si combattono”. L’Iss lancia la campagna di prevenzione e sensibilizzazione

zecca-che-pungeNon vogliamo fare del terrorismo. Vogliamo solo fare comunicazione: corretta, esaustiva, completa”.

E’ la premessa del segretario Francesco Mussoni ad inizio della conferenza stampa voluta dal Dipartimento Prevenzione dell’Iss diretto dal dottor Renaldo Renzi relativa alla presenza delle ‘Zecche’ in territorio.

Le spiegazioni estrapolate dai lunghi interventi che si sono succeduti a dire il vero, non hanno indotto una discreta tranquillità. Solo sul finire delle esposizioni, le note positive sul rischio Zecche, su come evitarle, su come stemperare il loro pericoloso pizzico ha sortito l’effetto voluto dai vertici dell’Iss:rasserenare i presenti.

E’ stata una lunga spiegazione già ‘inquinata’ fin dalle prime immagini mostrate di un animaletto microscopico, maledettamente brutto, terribilmente pericoloso se lasciato completare la sua opera in tempi comunque lunghi.

La Zecca, quindi come una bomba a orologeria. Spieghiamoci. I primi sintomi del pizzico della Zecca possono svilupparsi dai 3 ai 30 giorni dopo il morso. L’eritema compare mediamente due settimane dopo il ‘succhio alla vampiro’ dell’animaletto.

Se i primi sintomi sono sottovalutati o non riconosciuti in tempo possono comparire complicazioni come artriti e disturbi del sistema nervoso. A volte viene coinvolto il cuore. Il malessere può essere inizialmente confuso con i primi sintomi di influenza.

Un quadro non bello ma curabile, esiste anche un vaccino consigliato a chi si reca in aree ritenute pericolose. La Zecca, hanno ripetuto gli esperti dell’Iss, è un animaletto subdolo. La vittima non si accorge di nulla, l’animaletto si attacca alla pelle scegliendo una zona calda, abbondantemente irrorata da molti vasi sanguigni e con cute sottile. La ricerca dell’area più idonea può durare anche 24 ore.

A questo punto entra in scena il suo  ‘animo vampirico’. Prima di pungere anestetizza la zona prescelta, poi penetra la pelle solo superficialmente con il suo ‘pungiglione’. Lo fa con l’avvertenza di immettere nel sangue una sostanza anticoagulante. Utile perché la ‘mangiatoia’ della Zecca deve restare accessibile per almeno tre giorni: tanto dura abitualmente il suo pasto.

Alla fine il volume corporeo della Zecca aumenta di 20 volte mentre il peso di 200. E’ stata una lunga lezione: interessante perché è emersa l’astuzia con cui il regno animale si procaccia gli alimenti, tremenda perché è l’uomo a fornire direttamente il cibo. Sopra un cenno per la prima difesa dall’attacco di una Zecca, seconda solo alle zanzare per diffusione di puntura a tradimento.