
La sinistra, compresa quella nostrana, ci casca un’altra volta. A parole condanna l’imposizione del velo islamico, ma nei fatti non è capace di prendere le distanze da quello che tante donne vivono come un vero e proprio sopruso. Non c’è solo il caso delle rivolte in Iran, o dei talebani in Afghanistan. Ci sono anche tante donne che nelle città europee vengono picchiate, segregate o fatte sparire, come è successo a Saman Abbas, solo perché vogliono vestirsi all’occidentale. Per questo dieci giorni fa, un eurodeputato francese del Ppe, François-Xavier Bellamy, aveva chiesto di inserire nella risoluzione comune sull’Iran un emendamento per imporre il divieto di finanziare campagne di promozione dell’hijab.
La proposta fu bocciata, anche con i voti del Pd e dei Verdi. Oggi a Strasburgo è andato in scena lo stesso copione. Bellamy assieme ad altri deputati dei popolari, tra cui l’azzurra Isabella Adinolfi, hanno ripresentato un emendamento simile al bilancio dell’Ue per il 2023. Nel testo veniva espressa “profonda preoccupazione per il fatto che la Commissione abbia recentemente finanziato o cofinanziato campagne di promozione dell’hijab, in cui si afferma ad esempio che ‘la libertà è nell’hijab’”, e si insisteva sul fatto che “il bilancio dell’Unione non dovrebbe finanziare alcuna futura campagna che possa promuovere l’hijab, banalizzando indirettamente l’obbligo del velo”. Ma la modifica è passata solo in parte.
La critica è stata approvata, ma il divieto di stanziare soldi dei cittadini europei per promuovere il velo islamico no. Socialisti e Democratici, sinistra e Verdi non si sono smentiti e hanno votato contro in entrambe le occasioni. Lo stesso hanno fatto i deputati del Pd, con l’eccezione di Alessandra Moretti, per la parte relativa alla preoccupazione per le reclame del passato. I grillini, invece, si sono astenuti.
“Incredibilmente i gruppi di maggioranza di sinistra hanno votato contro queste due proposte di buonsenso. In un momento in cui le donne iraniane vengono uccise e protestano contro l’obbligo del velo islamico, l’Europa si gira dall’altra parte e continua a sostenere un modello che è un oltraggio alla libertà delle donne”, commenta l’eurodeputata leghista, Silvia Sardone. “Con che coraggio le istituzioni europee esprimono vicinanza alle donne che combattono per i propri diritti e poi continuano a finanziare iniziative che supportano il velo islamico come strumento di integrazione nel nostro continente”, si domanda l’eurodeputata invocando maggiore “coerenza” da parte delle istituzioni Ue. “Il velo islamico – conclude – non è sinonimo di libertà ma vergognoso strumento di sottomissione. Il parlamento europeo che non dovrebbe piegarsi alle volontà delle comunità islamiche”.
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