«Storia miserabile, ricatto, golpisti, piccoli uomini» sono solo alcuni dei termini con i quali Noi Riccionesi replica all’ultimatum dei consiglieri di Unione Civica. I cinque hanno chiesto al sindaco un assessorato per poter contare, ma poi si sono fatti di nebbia disertanto la riunione di maggioranza comvocata lunedì sera. Solo nel pomeriggio di ieri il sindaco è riuscita a parlare con il capogruppo Fabio Mercatelli e a fissare per oggi un incontro.
Situazione complicata, soprattutto dopo i toni usati da Noi Riccionesi. La stessa Tosi non pare disposta ad accettare ultimatum, come invece suggerivano l’altra sera il vice sindaco Luciano Tirincanti e il presidente dell’istituzione culturale Johnny Bezzi. «Ritengo che si debba mediare – sostiene Tirincanti-. Non parlo di assessorati, ma di aprire un dialogo. Dopo avere mandato a casa il centrosinistra che governava dal Dopoguerra, sarebbe assurdo far naufragare tutto per una ridicola prova di forza». I vertici di Noi Riccionesi la vedono diversamente. «E’ una miserabile storia che dura da mesi, una storia che si ripete ormai con gli stessi riti e con gli stessi sistemi e che gira intorno ad ambizioni ed interessi personali che con i problemi e gli interessi della città non hanno niente a che vedere. Sull’ennesimo ultimatum del gruppo dei 5 consiglieri comunali di Unione Civica, abbandonati persino dalla neonata segreteria politica che non ne condivideva gli atteggiamenti, possiamo affermare che le loro argomentazioni confuse, fuorvianti e strumentali, altro non sono che l’espressione di un triste personalismo politico che questa volta usa il ricatto solo per ottenere un assessorato o un favore da basso clientelismo, visto e considerato che in questi mesi non hanno parlato altro che di incarichi, di deleghe e di poltrone, incapaci di esprimere un’idea o una proposta seria e concreta per la città. Oggi i cinque piccoli uomini hanno scelto di fare i golpisti. Questa amministrazione è nata per dare corpo a un nuovo progetto di amministrazione, lontano dalle spartizioni politiche e dal clientelismo famelico ed amicale. Non c’è un punto, un solo punto, del programma di mandato che non sia stato fin qui pienamente rispettato, a beneficio dell’intera comunità». Ed infine: «Ribadiamo che non si può cedere a questo ricatto perpetrato solo ai danni della città, delle sue aspettative e dei suoi ancora irrisolti bisogni. Chi vuole ricattare la città lo faccia ma se ne assuma ogni responsabilità, personale e politica». I cinque avevano annunciato che in caso di riposta negativa sarebbero usciti dalla maggioranza valutando di volta in volta le pratiche in consiglio. Il dado è tratto. Se nessuno vorrà sedersi a un tavolo, il futuro dell’amministrazione si stabilirà con il voto in consiglio comunale. Il Resto del Carlino
