“Non c’è da riflettere”, “Notifica”: scontro duro Draghi-Bruxelles

Le nuove norme dettate ieri tramite decreto legge dal consiglio dei ministri per prolungare ulteriormente lo stato di emergenza continuano a far discutere: a finire, in particolar modo, nel mirino dell’Unione europea le restrizioni imposte dal governo Draghi ai viaggiatori diretti verso il nostro Paese.

La stretta, che sarà valida dal 16 dicembre 2021 al 31 gennaio 2022, prevede l’obbligo di quarantena di cinque giorni per i non vaccinati (non sarà quindi più sufficiente esibire l’esito negativo di un tampone) e quello di accertare la negatività all’esame del tampone anche per quanti hanno rivevuto l’inoculazione del siero. Una decisione inattesa, evidentemente, a Bruxelles, che ha reagito bruscamente alla mancanza di comunicazione della decisione, presa in modo unilaterale.

“L’arrivo dell’inverno e la diffusione della variante Omicron – dalle prime indagini, molto più contagiosa di quelle finora prevalenti – ci impongono la massima attenzione nella gestione della pandemia”, dichiara Draghi, dinanzi ad una Camera dei deputati non particolarmente gremita, alla vigilia del Consiglio Ue (in programma a Bruxelles il 16 ed il 17 dicembre). “I contagi sono in aumento in tutta Europa: nell’ultima settimana, all’interno dell’Unione Europea, si sono registrati in media 57 casi al giorno ogni 100.000 abitanti. In Italia, l’incidenza è più bassa, quasi la metà, ma è comunque in crescita”, ribadisce l’ex presidente della Banca centrale europea. “Il Governo ha deciso di rinnovare lo Stato di emergenza fino al 31 marzo per avere tutti gli strumenti necessari per fronteggiare la situazione. Invito i cittadini a mantenere la massima cautela e a continuare a rispettare le regole che ci siamo dati”.

Durante il suo intervento Draghi si sofferma nello specifico proprio sulla stretta nei confronti dei viaggiatori diretti verso il nostro Paese in un periodo particolarmente vantaggioso per le strutture ricettive.“C’è Omicron che ha capacità di contagio nettamente superiore alle altre varianti”, tira dritto il premier.“Da noi i contagi con Omicron sono meno dello 0,2%, in altri Paesi la variante è molto diffusa, ad esempio in Danimarca, in Regno Unito diffusissima, per cui si è pensato di attuare la stessa pratica che si usa oggi per i visitatori che provengono dal Regno Unito, non credo ci sia molto da riflettere su questo”.

La replica dell’Ue

Una decisione unilaterale che ha irritato, e non poco, i vertici dell’Unione Europea, i quali in merito alla vicenda hanno fin da subito mantenuto un atteggiamento particolarmente critico. “Quando gli Stati membri introducono condizioni aggiuntive o rendono le condizioni più severe, come nel caso dell’Italia e forse del Portogallo, la stretta deve essere giustificata sulla base della situazione reale”, aveva commentato la vice presidente della Commissione europea Vera Jourova.

A rincarare la dose, è stato oggi un portavoce dell’esecutivo europeo. “Non abbiamo ricevuto nessuna notifica dall’Italia” per quanto concerne le nuove restrizioni imposte ai viaggiatori comunitari. “I Paesi membri sono obbligati ad informare” la Commissione su eventuali nuove norme che vadano a condizionare gli spostamenti nel territorio dell’Unione Europea: tali decisioni, ha proseguito il portavoce, devono obbligatoriamente essere “proporzionali” e “giustificate”. Caratteristiche che per la Commissione europea non contraddistinguono le scelte operate dal governo Draghi: le nuove norme, auspica il portavoce, restino in vigore “per un breve periodo”.


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