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  • Non lasciamo che la perfidia della morte trionfi (l’editoriale di David Oddone)

    Ci vorrebbe Dino Buzzati per raccontare ciò che non è possibile raccontare perché si vorrebbe solo piangere, piangere per tutti gli angeli che in questo nostro “affacendato” tempo sono stati, loro che incarnano ciò che è più prezioso, loro che rappresentano e sono il futuro, dimenticati per ore nelle auto da uno dei loro stessi genitori e lasciati agonizzare sotto il sole che non lascia scampo.

    Spettacolo macabro per il quale non vi sono colpe come forse non ve ne furono per la tragedia di Albenga che torna continuamente alla mente ora che l’immagine di altri angeli tormenta le coscienze di tutti noi genitori perché in fondo ha sempre avuto ragione Arthur Miller “erano tutti figli miei”.

    È persino inimmaginabile convincersi che la misteriosa perfidia di quelle morti possa ripetersi o riguardarci, noi genitori così premurosi. Il solo pensiero atterrisce e fa spavento.

    O magari le colpe sono collettive perché, a fronte di quella che gli esperti hanno definito una vera e propria patologia, non è stato fatto granché per fermare la strage silenziosa. Abbiamo pensato di affidare la soluzione alla tecnologia di una “app” che tuttavia non è riuscita a strappare ad una morte tragica l’ennesimo angelo. E se fossimo, noi uomini, viene allora da chiedersi, come si faceva una volta nelle comunità dove tutti erano figli di tutti, a creare una rete di solidarietà?

    Il Titano spesso ha fatto da apripista nel proporre soluzioni innovative che poi hanno fatto scuola.

    Le soluzioni spesso le abbiamo a portata di mano e le più semplici sono le più efficaci.

    Quando lasciavo le mie bimbe all’asilo, immancabile arrivava il messaggio di mia moglie che mi chiedeva se eravamo arrivati. In più se capitava che le bimbe stessero male o semplicemente fossero assenti, avvertivamo comunque sempre l’asilo. Ricordo che c’erano delle volte in cui mi veniva risposto che chiamare non era necessario perché non si trattava della scuola dell’obbligo. Spiegai allora, forse senza essere capito, che l’importanza della telefonata stava nel fatto che se un giorno non l’avessimo fatta e le bimbe fossero state assenti, quello sarebbe dovuto essere un campanello d’allarme.

    So che in tanti asili, evidentemente però non in tutti!, questa rete di solidarietà è già presente. Propongo al Segretario Belluzzi, vista la sensibilità e l’apertura dimostrata in questi anni, di prevedere un protocollo volto proprio ad evitare tragedie di cui è terribile anche solo parlare.

    E chissà che l’esempio del Titano non possa essere seguito nella vicina Italia e poi nel mondo.

     

    David Oddone

    (La Serenissima)