Ci sono momenti in cui la vita va in cortocircuito. E nessuno può aggiustare le cose. Quando la luce si spegne non è possibile mettere in ordine il buio. Vengono le divise, gli psichiatri e le prigioni e ognuno prova la sua parte. Ma dentro l’assenza di ragione quello che resta da fare dopo avere rispettato il copione è stare zitti. La pietà è silenziosa e non giudica, al limite piange senza farsi vedere. Lacrime per i morti, per l’assassino, per chi li amava e li ha visti andare. Esattamente il contrario di quanto sta succedendo in queste ore sulla rete, dove i singhiozzi si sprecano con le maledizioni e le diagnosi frettolose. Nei momenti del cortocircuito non c’è un arbitro da insultare o un avversario su cui tirare le banane. Perdono tutti, interpreti e spettatori. Sono i momenti in cui tutti capiscono che la cosa sta lì, dietro la geometria delle villette ordinate, a un passo dalla luce. Non ha forma e non ha nome. Quando si sveglia si presenta come il lato oscuro e non lo fa per impressionare.«Chiedo pietà per Lorenzo»
CHIEDO pietà per mio figlio». Al termine di un’interminabile giornata Gian Luca Manavella affida il suo stato d’animo e tutti i suoi tormenti a un comunicato a firma dell’avvocato Federica Boggio. «Quel che resta — è il terribile inizio — della famiglia Manavella esprime pubblicamente l’insopportabile dolore per la tragica scomparsa di Tullio, Pina e dell’amata Patrizia». Il pensiero per il figlio pluriomicida: «Sono momenti assai difficili da sopportare con le proprie forze e si chiede umana pietà anche per Lorenzo, che porterà per il resto della vita il peso delle sue gravi azioni insieme con chi lo ha amato».
«È la mia sconfitta più grande». Confessione agli amici più stretti di papà Gian Luca, uno sportivo, campione e allenatore di volley, abituato a vincere come a perdere. Contempla il suo mondo familiare distrutto per mano di quel figlio attorno al quale era stata stesa per anni una spessa cortina fatta di protezione e insieme di severità. Il bambino vivacissimo. Il ragazzo inquieto che incappa una volta in una storia di cessione di stupefacenti e un’altra in una bravata vandalica nella scuola materna di Santhià. Niente lavoro, ma lo sport pare essere l’elemento equilibratore nella vita di Lorenzo, giocatore appassionato nella Stamperia Alicese, la squadra di pallavolo allenata dal padre che milita in serie B Nazionale, e d’estate di beach volley sulle spiagge.
GIAN LUCA Manavella era in Sardegna con la compagna Elisa Boero, odontoiatra, impegnata in un corso di aggiornamento. È stato l’amico di sempre Claudio Falabrino, presidente della Stamperia Alicese, ad avvertirlo che il suo mondo era in frantumi. Gli amici lo hanno prelevato all’aeroporto di Linate, lo hanno accompagnato a Malpensa dove Gian Luca aveva lasciato l’auto alla partenza, lo hanno condotto in un albergo perché la villetta bifamiliare di Santhià era stata blindata dai sigilli. Hanno visto il suo pianto e raccolto il travaglio racchiuso nelle sue domande. «La mia famiglia è distrutta. Non riesco a capire come mio figlio sia riuscito a fare questo. Ho sperato fino all’ultimo che non fosse stato lui. La prima cosa che voglio sapere è perché lo ha fatto e cosa è successo». Il resto del Carlino
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Quali sono gli effetti della Cocaina? LA COCAINA agisce come stimolante del sistema nervoso centrale e provoca problemi neurologici irreversibili. Sin dalla prima assunzione, può causare danni al sistema cardiovascolare o celebrovascolare come un attacco di cuore o un ictus.
Tra gli effetti della ‘neve’ la sensazione di benessere ed euforia.











