Nonostante cinque “agenti” ogni chilometro quadrato, San Marino è divenuta terra di conquista per “briganti” e “predoni”. E i responsabili restano sulla “poltrona”… di Enrico Lazzari

Anno nuovo, vita nuova… Migliore della precedente? Molto difficile possa peggiorare… Certo, dopo l’anno della pandemia nessuno avrebbe immaginato che il 2022 potesse essere più complicato dei precedenti. Eppure, il muro contro muro fra occidente (sì, occidente, non solo Ucraina) e Russia è riuscito in questa impresa al limite dell’impossibile… In ogni caso, se nell’imminente 2023 non dovessimo subire una quanto mai improbabile invasione aliena, dovrebbe invertirsi il trend e dovremo tornare, piano piano, agli standard del 2019…

Una considerazione, questa, che, però, non sembra così scontata per la Repubblica di San Marino, oggi guidata da un esecutivo di governo disgregato, privo di una politica unitaria e incapace di perseguire un progetto, un piano unitario su cui ricostruire la Repubblica e il suo tessuto economico. Ma, addirittura, neppure capace di gestire il quotidiano riuscendo ad evitare, come accade in questi giorni, che il territorio divenga meta di “predoni” e di “saccheggi”

San Marino, infatti, ormai appare come la “Terra Promessa”, il “Paradiso” di bande di “briganti” che accorrono da mezzo mondo… Non c’è giorno -si fa per dire, ovviamente- che le cronache non ci presentino una irruzione predatoria.

Eppure, l’intera Repubblica si estende su appena 64 chilometri quadrati, in un territorio collegato al resto del mondo da poche (una ventina) vie di accesso. Come è possibile non riuscire a controllare questo piccolo territorio? Come è possibile non essere in grado di recuperare il controllo su un così esiguo appezzamento?

Son tutti in ferie da mesi alla Segreteria di Stato agli Interni? O l’espressione di governo di quel Movimento -Rete appunto- che sparando a zero su tutto e tutti, cavalcando i patologici “mal di pancia” del corpo elettorale ha saputo affermarsi, si dimostra incapace di affrontare una simile emergenza che sta togliendo il sonno alle famiglie sammarinesi? 

Rete, che si prefiggeva di ribaltare il Titano, parafrasando i cuginetti pentastellati italiani di “aprire il Consiglio come una scatoletta di tonno”, oggi guida la Sanità e gli Interni. Il decadimento del servizio sanitario è sotto gli occhi di tutti, l’inefficacia dell’azione della Segreteria agli Interni si evidenzia quasi ogni giorno in materia di sicurezza e ordine pubblico.

Sessantaquattro chilometri quadrati di territorio; poche vie di accesso al Titano; 90 gendarmi più 13 allievi; 88 agenti di Polizia Civile; 85 Guardie di Rocca; 80 volontari nel Corpo Uniformato delle Milizie (comunque utilizzabili per la sorveglianza del territorio e l’ordine pubblico)… Oltre 350 uomini, ovvero cinque agenti di pubblica sicurezza ogni chilometro quadrato di territorio.

Eppure, pur disponendo di personale in misura superiore a 5 addetti o volontari per chilometro quadrato, recuperare il controllo del territorio sembra una impresa impossibile. Ben inteso, la responsabilità maggiore non è certo degli “agenti semplici”, ma dei vertici decisionali, sia politici che dei relativi Corpi.

Di chi è la responsabilità? Del vertice politico delle forze dell’ordine? Delle catene di comando delle stesse? Di una assenza di coordinamento fra Gendarmeria, Guardia di Rocca e Polizia Civile? O, forse, cinque agenti per ogni chilometro quadrato di territorio sono troppo pochi?

Dubbi che meritano risposta e adeguate. E in gran fretta! Ciò eviterebbe, del resto, un innalzamento dei rischi connessi a questa emergenza che -come evidenziato dalla lettera di un lettore di GiornaleSm, nella quale proprio ieri chiedeva l’istituzione di “ronde” di volontari- potrebbe degenerare in seri problemi di ordine pubblico, trasformando alcune realtà sammarinesi in una sorta di “Far-West”.

Se chi governa il Paese non è in grado di affrontare con efficienza una emergenza dal così alto impatto sociale e dai rischi in essa intrinsechi per l’incolumità pubblica (si registrano incursioni nelle abitazioni anche con gli abitanti in casa), come si può pensare che si possano risolvere problematiche ben più complesse come quelle legate all’economia, allo sviluppo o alla sicurezza sociale?

Tre anni fa si è insediato un governo giovane, composto da Segretari di Stato, talvolta, privi di esperienza e sostenuto da forze politiche appena nate e prive di storia… Qualcosa ha funzionato, tanto altro no. Le sfide che attendono il Paese in questo imminente 2023 sono decisive per il futuro del Paese e per il benessere della sua gente. Si parla di verifica di maggioranza e appare una proposta saggia. Molto saggia. Ma, a questa, andrebbe aggiunta una profonda, seria e attenta verifica di governo, così da poter sostituire -come accade naturalmente nel calcio fra primo e secondo tempo del match- quei “giocatori” che si sono dimostrati non all’altezza del compito assunto.

Perchè solo un governo coeso, composto da Segretari di Stato competenti e affiancati da consulenti autorevoli, può alla fine vincere la sfida che attende la Repubblica. E, anche in tal caso, non sarebbe comunque facile…

Enrico Lazzari