Notte brava a Riccione. Corona rischia solo una multa

coronaA Riccione è finito nei guai nel luglio del 2012, Rimini lo ‘grazia’, addolcendogli il capo di imputazione di cui deve rispondere in tribunale. Così è stato stabilito ieri durante il processo che vede imputato a Rimini Fabrizio Corona per essere stato ‘pizzicato’ quattro anni fa dai carabinieri di notte, in giro, per Riccione, nonostante il divieto che i giudici gli avevano imposto dopo le sue innumerevoli cause giudiziarie. Corona doveva restare a casa dalle 21 alle 7 e per uscire, per motivi di lavoro, doveva sempre chiedere l’autorizzazione del giudice. Lui, il tenebroso fotografo, aveva sì ottenuto un permesso per ragioni lavorative, per partecipare alla serata in un locale della Perla Verde, ma l’autorizzazione gli era stata concessa con un limite: fino alle tre di notte. Come novello Cenerentolo, finito il suo ‘show’ in discoteca, sarebbe dovuto rientrare nell’albergo stabilito entro o non oltre le tre. Ma il bad boy, invece, aveva tirato dritto tra un selfie ed un autografo alle sue fans in delirio e sotto l’hotel era arrivato con due ore di ritardo, alle 5. Peccato che ad attenderlo ci fossero i carabinieri di Riccione. «Sono andato dal dottore», si era giustificato l’agente dei fotografi, ma la sua versione non aveva convinto i militari dell’Arma. D’altronde Corona qualche settimana prima aveva seguito lo stesso copione contravvenendo all’orario consentito anche a Milano, beccandosi un’ennesima denuncia. Stessa cosa anche nella Perla Verde:così per l’ex fidanzato di Belen sono arrivati nuovi guai con la giustizia, un lungo capitolo nella vita movimentata dell’ex re dei paparazzi, finito nuovamente in cella ai primi di ottobre. E ieri mattina, in aula a Rimini, è andata in scena un’altra udienza del processo che lo vede imputato per la violazione della misura di prevenzione per quelle due ore di troppo, passate nel locale e nelle vie di Riccione. Sono stati ascoltati i carabinieri che avevano sorpreso Corona fuori dell’orario consentito ed hanno ribadito quanto già emerso. Stavolta però l’udienza è stata favorevole all’ex re dei paparazzi. Il suo difensore ha chiesto che il capo di imputazione venisse derubricato: «Corona non era sotto sorveglianza speciale aggravata, ma era semplice. Questo significa che ha solamente commesso una violazione delle prescrizioni che gli erano state imposte dal tribunale di Milano. Non è un reato penale, insomma». E la tesi difensiva è stata accolta dal pubblico ministero Leonardo Berardi che ha derubricato così il capo d’imputazione. Ed alla luce di questo nuovo fatto, adesso Corona rischia solo una multa pecuniaria. Con qualche migliaia di euro se la può cavare tranquillamente. L’udienza è stata aggiornata al 16 marzo. Il Resto del Carlino