Notti in Riviera, lo sballo frena. Dopo la tragedia meno ricoveri. Pronto soccorso: ”La lezione del Cocco è servita”

coma etilicoA un certo punto ti aspetti quasi che l’infermiere se ne esca con una citazione da film di fantascienza: ho visto cose che voi umani… «Perché è vero – dice Antonio, da oltre dieci anni testimone delle notti psicotrope e allucinate della Riviera –, a stare qui se ne vedono di tutti i colori: quindicenni in coma etilico ricoperte di vomito, impasticcati che digrignano le mascelle come lupi e non la smettono più di tremare, accoltellati con le budella che escono dalla pancia. E poi ci sono sere come queste, in cui sembra non succedere nulla».
Pronto soccorso di Riccione. Ore tre del mattino. Nella sala d’accettazione gli uomini e le donne del 118 controllano e ricontrollano il terminale che mostra le ambulanze in servizio. Sanno che da un minuto all’altro potrebbe arrivarne una a sirene spiegate e scaricare davanti ai loro occhi l’ennesimo ragazzino imbottito di Mdma o un’altra teenager gonfia di vodka. Attendono pazientemente, pronti a intervenire per risvegliare da un sonno di morte il prossimo giovane con gli occhi sbarrati e il fegato spappolato da un mix letale. Come Lamberto Lucaccioni, il 16enne di Città di Castello stroncato da un’overdose: il suo fantasma sembra aggirarsi ancora qua, tra le mura dell’ospedale.

QUESTA però non è una notte come tutte le altre. Una pace innaturale regna in questa sala vuota e fredda. Le ambulanze dormono a fari spenti nel parcheggio. Una fila di barelle resta in attesa di pazienti inesistenti. L’unico ricoverato è un uomo con il piede ingessato, che sbuffa per il gran caldo. «Non è sempre così – ci avverte un’infermiera –. Di solito a quest’ora c’è già un andirivieni di sballati che non finisce più. L’apice lo abbiamo toccato per la Notte Rosa: il pronto soccorso era così intasato che abbiamo dovuto stendere dei materassi per terra».
E ancora: « Il venerdì e il sabato gli ubriachi arrivano a ondate. Per lo più sono ragazzine tra i 15 e i 18 anni. Le portano qui in stato comatoso, dopo averle ritrovate svenute sulla spiaggia o nei cespugli. Sapete qual è la cosa triste? Sono proprio gli amici ad abbandonarle: le lasciano sul marciapiede, mezze morte, poi chiamano l’ambulanza e se ne vanno tranquillamente a ballare. Al mattino tornano in ospedale a riprendersele, neanche fossero dei pacchi, e hanno un’aria quasi scocciata: ‘insomma, vi sbrigate a rilasciarla, sennò perdiamo il treno?’. E poi ci sono i genitori: si rifiutano di credere che la figlia si sia ridotta così e accampano scuse: ‘la mia bambina? Impossibile. Le avranno sciolto qualcosa nel bicchiere’. Una cosa però devo confessarla: da quando è morto quel ragazzo, Lamberto, e hanno chiuso il Cocoricò, qui la situazione, non so dire perché, è molto più tranquilla: le intossicazioni da alcol e droghe sono diminuite». (…) Il Resto del Carlino