QUANDO ha visto arrivare l’assegno, gli è spuntato un sorriso sul volto. Non poteva credere che l’avessero fatto davvero… Sì perché quello che è capitato a Nino, sessantenne di Novafeltria, ha dell’incredibile.
Nei giorni scorsi gli è arrivata una prima lettera, in cui Hera segnalava a Nino che vantava un credito di ben… 74 centesimi. «L’accredito è arrivato per il conguaglio del contatore dell’acqua – spiega il cittadino – Pensavo che risolvessero la questione con un semplice rimborso accreditato direttamente con la mia successiva bolletta mensile».
A Nino invece, pochi giorni dopo, è arrivato un assegno, a lui intestato, con l’importo di 74 centesimi. «Quando ho visto l’assegno – afferma Nino – mi sono fatto una risata con gli amici, e poi sono andato in banca a cambiarlo e a depositare subito i soldi nel mio conto corrente. E’ tutto giusto, per carità, non c’è nulla di sbagliato nella procedura di Hera. Ma questa è l’ennesima prova che la burocrazia in Italia non ha limiti. Anche in banca non ci potevano credere. Per riavere pochi centesimi ci sono voluti giorni e giorni, e sono dovuto andare in banca a cambiare un assegno». Nino non ha speso nulla per ritirare i soldi, ma Hera poteva accreditare la piccola somma sulla sua bolletta del prossimo mese. «Si è speso tempo, carta e denaro per mandare un assegno di appena 74 centesimi. La burocrazia a volte è davvero micidiale».
Resto Del Carlino
