CENTODIECI PERSONE. Saranno questi i testimoni che si presenteranno in Corte d’Assise, chiamati da accusa e difesa, il prossimo 4 dicembre per il processo a padre Gratien Alabi. L’ex vice parroco di Ca’ Raffaello, accusato dell’omicidio di Guerrina Piscaglia (scomparsa dal paese il 1° maggio del 2014), si trova in carcere da sei mesi. E sta aspettando con trepidazione il processo, che si preannuncia davvero lungo: saranno infatti una ventina le udienze solo per l’istruttoria dibattimentale. Con un imputato detenuto, i ritmi potrebbero essere serrati, ma ci vorrà quasi un anno di tempo.
TRA I TESTI chiamati dalla difesa, quasi tutto il paese di Ca’ Raffaello tra marito, suoceri di Guerrina, vicine di casa, catechiste e il vescovo della diocesi di Arezzo, monsignor Riccardo Fontana. Ma non mancheranno anche altri religiosi: preti e frati, amici e ‘colleghi’ di Gratien che vivevano con lui in canonica e che quel primo maggio lo hanno vissuto proprio a Ca’ Raffaello. Come padre Giovan Battista, che non è mai stato sentito nel corso delle indagini perchè partì prima ancora che scoppiasse il giallo. Attualmente si trova ad Haiti ed è praticamente irrintracciabile. Difficile che si presenti in aula. L’altro frate, padre Silvano, lo ha invece chiamato l’accusa, il pm Marco Dioni: è in Francia ma l’ordine dei premostratensi non ha dato molte indicazioni utili a trovarlo. Un’altra testimonianza di dubbia effettuazione. Monsignor Fontana, dovrà presentarsi in aula per parlare di come il frate più sospettato d’Italia raccontò della fantomatica figura di zio Francesco, il misterioso accompagnatore di Guerrina, nella sua fuga (secondo gli inquirenti mai esistito). Il 13 settembre del 2014, Alabi reduce dall’iscrizione nel registro degli indagati del 5 settembre, si incontrò nel convento dei Cappuccini di Arezzo con il Vescovo Fontana e il suo vicario don Gioacchino Dallara (anche lui nella lista dei testi) per confermare quanto già aveva detto al suo superiore padre Faustin: che cioè nel pomeriggio del primo maggio, quello della scomparsa, lo aveva avvicinato a Sestino l’enigmatico (nel senso che nessuno l’ha mai visto) zio Francesco per chiedere aiuto a nome di Guerrina.
IN ATTESA del 4 dicembre, intanto l’avvocato difensore di Gratien, Francesco Zacheo, sarà a Firenze lunedì prossimo in Corte d’Appello, per discutere dell’instanza legata ai domiciliari del frate nel convento dei premostratensi di Roma. La corte fiorentina avrà poi dieci giorni di tempo per accogliere o bocciare la richiesta. Zacheo però annuncia di essere determinato ad andare avanti fino in Cassazione, in caso la richiesta non venga accolta.
Resto del Carlino