Novafeltria. Compleanno alla sbarra per Padre Gratien

grazianoSI METTE in moto il processo dopo la falsa partenza del 4 dicembre dovuta allo sciopero degli avvocati. E’ l’assise del super-processo a padre Gratien, accusato dell’omicidio di Guerrina Piscaglia e in aula per la seconda volta da carceraton: sta al banco durante il dibattimento, lo trasferiscono in gabbia quando l’udienza viene sospesa. Eppure il sacerdote più sospettato d’Italia, che proprio ieri ha compiuto 46 anni, avrebbe tutti i diritti di star fuori: il tribunale del Riesame di Firenze gli ha concesso gli arresti domiciliari. Risale al 3 dicembre il provvedimento ma ancora oggi il frate è dentro, perchè non si trova il braccialetto elettronico prescritto dal Riesame e la corte d’assise ha nel frattempo respinto la richiesta dei difensori di concessione dei domiciliari anche senza il dispositivo. Insomma, le probabilità che padre Gratien tascorra il Natale dietro le sbarre sono molto alte. Un paradosso bello e buono. «Va a ledere il diritto individuale alla libertà anche se attenuata», commentano i legali del sacerdote.
PAZIENTE, il sacerdote arrivato dall’Africa, si è accomodato ieri in aula senza far trasparire le sue emozioni. Ha ceduto una volta soltanto, quando credeva di uscire dal carcere all’indomani del verdetto del Riesame ed è rimasto con un palmo di naso: «Non ne posso più», si sfogò al telefono con uno dei suoi legali. I quali ieri hanno perfezionato la notifica e ripeteranno a breve l’istanza per i domiciliari.
Ma torniamo al primo giorno di assise con un’udienza che si è protratta fino a sera e che si è giocata sulle richieste e le eccezioni del pool difensivo. A sorpresa la richiesta: la Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro sia responsabile civile in solido nel caso di condanna del frate a un risarcimento. Nel senso: se Graziano non ha i soldi, li sborsi il vescovo. Ma la corte, riunitasi in camera di consiglio, ha respinto l’istanza e la stessa sorte è toccata ad altre due eccezioni, peraltro curiose: la non ammissione al processo, per mancata notifica, dell’analisi del dna sul liquido seminale recuperato nel divano della canonica dei misteri; e la non ammissione della foto della suora nuda scovata nel computer del frate nel corso di un’acquisizione generica e non mirata a quello scopo.

Resto del Carlino