In Alta Valmarecchia l’autunno profuma di mosto e ricordi. Domani, sabato 11, e domenica 12 ottobre, Novafeltria ospiterà la settima edizione della “Festa della vendemmia e dei frutti d’autunno”, due giornate dedicate alle radici agricole del territorio, tra carri fioriti, degustazioni, antichi mestieri e l’immancabile rito della pigiatura in piazza.
Una tradizione che affonda negli anni Trenta, quando la piazza Vittorio?Emanuele si riempiva di carri addobbati di fiori trainati da buoi e muli, mentre ragazze e bambini pigiavano l’uva nei tini davanti alla gente del paese. Domenica 12 ottobre, dalle ore 15, quel rito sarà simbolicamente ripetuto davanti al Municipio, con i bambini delle scuole protagonisti della pigiatura come una volta.
“La Festa è stata fortemente voluta dall’Amministrazione comunale perché recuperare le tradizioni contadine e il ciclo delle stagioni è un modo per rafforzare il senso di comunità – spiega il sindaco Stefano?Zanchini –. È importante trasmettere queste usanze ai più giovani: due settimane fa i bambini hanno partecipato alla vendemmia, e domenica riproporranno il gesto antico della pigiatura, divertendosi e imparando insieme”.
L’inaugurazione ufficiale, con il sindaco Zanchini e le autorità cittadine, è prevista sabato?11?ottobre alle?18, con l’apertura degli stand gastronomici e delle degustazioni curate da 25 cantine vinicole provenienti da tutta Italia. Numerose le attività per tutte le età: laboratori didattici per bambini, spettacoli del Mago?Giocoliere, mercatino dei produttori agricoli e hobbisti, dimostrazioni degli antichi mestieri e la sfilata in abiti contadini d’epoca tra le vie del centro.
Spazio anche alla musica, con dj set, concerti live e musica popolare fino a tarda sera. A fare gli onori di casa, come da tradizione, i Nanni Federico e Raffaella.
“La festa dell’uva e dei frutti d’autunno è parte della nostra cultura – aggiunge Italo Fabbri, presidente della Pro Loco di Novafeltria –. È l’occasione per visitare le cantine storiche, riscoprire gli antichi mestieri, assaporare piatti tipici e giocare con i giochi di un tempo. Ma soprattutto è un esempio concreto di cosa significhi fare comunità: all’organizzazione partecipano Comune, Pro Loco e le donne della Novart, insieme per dar vita a un evento che unisce tradizione e convivialità”.