Novafeltria. Gli recide un nervo durante l’intervento. ”Ero infermiere ora sono invalido”

schermata-2016-11-24-alle-07-57-31Operato per un tumore benigno alla gamba, gli recidono un nervo. Perde il lavoro e ora cammina con le stampelle: da infermiere si è trasformato in un disabile. L’incubo di Francesco, 51 anni, residente a Novafeltria, comincia nel 2010, quando gli viene diagnosticata una cisti nel polpaccio. Deve operarsi e decide di farlo nell’ospedale in cui lavora, quello di Novafeltria. Quando arriva in sala operatoria il chirurgo scopre che la cisti è in realtà un tumore benigno che interessa anche il fascio nervoso della gamba, ma il medico decide comunque di portare a termine l’operazione. Pare sia andato tutto bene, ma non è così.
Pochi giorni dopo Francesco comincia ad avere dolori insopportabili alla gamba e non è in grado di camminare: gli è stato reciso un nervo. L’uomo resta un anno e mezzo in malattia, ma quando scade il periodo previsto, chiede altri giorni. L’Ausl, secondo il suo racconto, dopo avergli proposto un’altra mansione, decide di licenziarlo. Francesco non ci sta, fa causa a chirurgo e all’Azienda, assistito dall’avvocato Silvano Zanchini. Pochi giorni fa, la sentenza del Tribunale civile di Rimini che condanna il medico e l’Ausl a un risarcimento di 120mila euro. «Quel chirurgo mi ha rovinato la vita – dice Francesco – ero un infermiere ora sono soltanto un invalido, non sono più in grado di far niente. E non ho nemmeno una pensione, sono costretto a rivolgermi dalla Caritas».
«Siamo soddisfatti che il giudice abbia riconosciuto l’errore del medico – sostiene il suo avvocato – quando era in sala operatoria doveva desistere dal proseguire l’operazione che competeva a un neurochirurgo. Bisognava agire con una tecnica microscopica. C’é stata un vero e proprio errore». Il legale sta valutando però se fare nuovamente appello. «Ció che contestiamo – é la quota del risarcimento stabilito dal Tribunale. Il consulente tecnico ha dichiarato che ci sarebbe stata una concausa, una malattia rara che puó manifestarsi in fase post operatoria. Secondo noi invece c’é stata solo una vera e propria negligenza da parte del chirurgo che ha operato Francesco».
Rita Celli