Novafeltria. Gratien agli arresti domiciliari. Ma oggi il prete vede i giudici

grazianoUN FRATE accusato di omicidio e un cadavere che non si è ancora trovato. Padre Gratien Alabi, 46enne, di origini congolesi, da 200 giorni è rinchiuso nel carcere di Arezzo, con l’accusa di aver ucciso Guerrina Piscaglia, 51, sparita da Ca’ Raffaello, paesino al confine tra Romagna e Toscana, il 1° maggio del 2014. A un giorno dall’inizio del processo che si aprirà oggi davanti alla Corte d’Assise, padre Alabi ha ottenuto gli arresti domiciliari. Lascerà il carcere quando sarà pronto il suo braccialetto elettronico. Quella che era cominciata come la fuga di una donna stanca della routine, si era trasformata in un giallo di paese con tutti gli ingredienti degni di un film. Guerrina sembrava essere stata ingoiata dalla terra, e alla fine tutti, soprattutto gli inquirenti, si erano convinti che fosse stata ammazzata. Da chi? Lei viveva per suo figlio e con un marito, Mirco Alessandrini, di cui sembrava stanca. Ma poi era scoppiato lo scandalo, quel sacerdote arrivato dal Congo era fin troppo assiduo di Guerrina. Seguendo quella traccia, i carabinieri avevano scoperto la bellezza di 4mila tra messaggi e chiamate tra i due, mentre il marito cadeva dalle nuvole. Sulla pista dell’omicidio, oltre gli inquirenti si erano messi conpaesani, medium e televisioni. Per mesi avevano setacciato campagne, crepacci, laghi e anche aperto tombe sospette. Trovando corpi che non dovevano essere lì, ma che non erano Guerrina. Una donna, avevano concluso, perdutamente innamorata di Gratien, e che l’ultimo giorno in cui era stata vista viva, stava andando proprio verso la parrocchia. «Vieni, ti aspetto in canonica», dice lui a lei in un messaggio. I due, sospettano, dovevano chiarirsi sull’ultima novità: la presunta gravidanza di lei. Diventata il movente dell’omicidio. A quel punto la vita di Gratien era stata rovesciata come un calzino. Erano affiorati i segreti, e con loro donne che sostenevano di aver avuto relazioni con lui, foto porno sul suo pc e chat misteriose. Nulla però era legato a Guerrina.
DOPO mesi di indagini e perquisizioni, l’accusa è certa: padre Gratien è l’assassino. A inchiodarlo, un sms inviato dal cellulare di Guerrina pochi giorni dopo la scomparsa, arrivato al numero di un altro religioso, amico solo di Alabi. La prova che il cellulare della donna era nelle mani del frate anche dopo la sua scomparsa. Ma soprattutto è il silenzio del sacerdote a sconcertare tutti, e a convincere anche i parrocchiani che nasconde qualcosa. Forse proprio il corpo di Guerrina, introvabile da quasi due anni. Lui si giura innocente, ma non ha mai voluto dare spiegazioni, ostinato nel parlare solo di un fantomatico personaggio detto ‘zio Francesco’, presunto complice nella fuga di Guerrina, anche lui mai trovato.

Il Resto del Carlino