AD UN MESE esatto dall’inizio del processo a padre Gratien Alabi, spuntano nuovi avvistamenti di Guerrina Piscaglia. O meglio, del suo cadavere. Sembra infatti che da mesi alcuni sensitivi e un rabdomante (esperto nella ricerca di fonti d’acqua) si siano messi sulle tracce della donna scomparsa da Ca’ Raffaello il 1° maggio 2014. E dopo le visioni abbiano avvisato anche le forze dell’ordine.
Ad oggi il mistero resta. Da una parte abbiamo un prete, rinchiuso da fine aprile in carcere ad Arezzo, accusato dell’omicidio, dell’occultamento e della distruzione del cadavere della donna. Dall’altra nessun cadavere ritrovato. Nonostante la raffica di ricerche tra i boschi dell’alta Valmarecchia, nei laghi, nei pozzi e nel fiume Marecchia con anche l’aiuto di sommozzatori e cani molecolari, nessuna traccia è stata recuperata dagli inquirenti.
Senza un cadavere, le congetture e le piste diventano decine. Tra queste anche quella di un rabdomante che, a novembre di un anno fa, scrisse ai carabinieri di Piandimeleto, un paese in provincia di Pesaro Urbino, a 17 km di distanza in linea d’aria (30 km in auto) da Ca’ Raffaello. Del suo avvistamento si è parlato ieri a Pomeriggio Cinque. L’uomo avrebbe preso in mano un pendolo e una carta geografica del centro Italia. Il pendolo avrebbe oscillato prima per indicare che Guerrina fosse morta e poi per indicare la zona di Piandimeleto. Solo suggestione?
Altri sensitivi si erano già avvicinati all’area di Ca’ Raffaello nei mesi scorsi. Qualcuno aveva annunciato di «sentire la presenza della mamma di Ca’ Raffaello» in zona Cicognaia e nei pressi di un ponte, ma le forze dell’ordine non avevano trovato nulla nemmeno in quei luoghi. Un altro sensitivo aveva detto di avere delle visioni di un corpo ai piedi di una grossa pianta in un bosco.
I carabinieri poche settimane fa hanno anche perlustrato l’area della diga di Montedoglio, vicino a Pieve Santo Stefano, ma nulla. E allora Guerrina dov’è finita? I familiari non smettono di chiederselo da oltre un anno e mezzo. E attendono con ansia il processo a padre Gratien del 4 dicembre. Il sacerdote dal carcere di Arezzo continua a ribadire la sua innocenza, e di non avere paura di apparire di fronte la Corte d’Assise. Pare che qualcuno l’abbia addirittura sentito cantare in cella.
