Non solo quelle cariche di tragedie e dolore, ce ne sono tante altre, e molto più belle, di storie che vale la pena raccontare.
Soprattutto se sono un inno alla vita e alla speranza, come quella di Lia Blatti, 37enne di Maiolo che dal 20 luglio 2015 ha rivisto nuovamente splendere il sole.
Ed è così che noi, di Giornale.sm, siamo andati a cercare proprio lei che di voglia di vivere ne ha da vendere, per farci raccontare la sua storia.
Aveva solo 18 anni quando a causa di una tonsillite trascurata si è ammalata ai reni. Si sposa, ha due bambine, Elena e Giada, diventa delegata provinciale dell’Aned (associazione nazionale dei dializzati e trapiantati). Ma la malattia peggiora e quattro anni fa è costretta alla dialisi. Quattro lunghi anni attaccata ad una macchina.
Poi succede qualcosa, di inaspettato. 19 luglio 2015, si trova in vacanza con suo marito e le sue due bimbe quando improvvisamente squilla il telefono.
“Ciao Lia, torna subito a Rimini, vai in ospedale a fare la dialisi, domani devi essere a Verona, per essere operata. Hanno trovato un rene compatibile”. La voce della Nefrologa ancora le rimbomba nelle orecchie.
“Aspetti per tutta la vita quella telefonata, poi quando hai perso le speranze arriva all’improvviso e stenti a crederci. Sono scoppiata a piangere, ho abbracciato mio marito che è uomo meraviglioso, a cui devo tantissimo per essermi sempre stato accanto. Ho baciato le mie bambine, e siamo partiti. l’indomani ero in Sala Operatoria a Verona ed ora… ora sto parlando con te, non più schiava di una macchina da dialisi!”
Ancora le trema la voce dall’emozione, mentre racconta la sua rinascita ” Sara, è stata davvero una rinascita! Mia madre mi ha dato la vita la prima volta, questa signora una seconda”.
DI CHI E’ L’ORGANO CHE TI E’ STATO DONATO?
“Purtroppo non lo so. Per una questione di privacy ci è solo stato detto che era una donna di 60 anni che è morta improvvisamente d’infarto. Mi piacerebbe portarle un fiore sulla sua tomba. Vorrei anche ringraziare i suoi famigliari perchè siamo legate.. ora una parte di lei vive in me”
TU COME TI SENTI ?
“Bene! Dovrò rimanere in ospedale per alcune settimane. Sono sotto controllo permanente ma mi sento in forze. Mi stanno diminuendo la terapia giorno per giorno. Non avrei mai pensato che a soli 10 giorni dal mio trapianto potessi parlare con te in questo modo. Mi sento una persona nuova.
Quando ero in dialisi non potevo bere più di mezzo litro di acqua al giorno, ora devo berne due litri. Non potevo mangiare frutta e verdura perchè contengono liquidi, ora ho dovuto cambiare totalmente regime alimentare. E riassaporare cose che avevo dimenticato.”
IMMAGINO SIANO GIORNI PIENI DI EMOZIONI…
“Emozioni fortissime. Pensare di non dovermi più attaccare ad una macchina per la dialisi mi da una gioia immensa. Pensa che una mia cara amica, Gianfranca Menegon, ha affrontato il cammino di Santiago per me. E’ stata una maratona difficile, si è fatta male ad una gamba, ha avuto la polmonite ed è stata ricoverata in un Ospedale locale per tre giorni. I medici le hanno consigliato di lasciare perdere e tornare a casa perchè nelle sue condizioni sarebbe stata troppo dura. Non ha mollato, è andata avanti, per me. Quando è arrivata al Monastero ha lasciato una busta chiusa con all’interno una mia preghiera. Due settimane dopo, 19 luglio 2015, ho ricevuto la telefonata, proprio il giorno dell’anniversario di morte di mio suocero. Mi sento una protetta”.
COSA VORRESTI DIRE A CHI, COME LO SEI STATA TU, E’ ANCORA IN ATTESA DI UN TRAPIANTO?
“Di non mollare mai. Di crederci, pregare e sperare. Quella telefonata, prima o poi, arriverà anche a loro e la gioia che si prova nel riceverla compenserà tutto.
Donare gli organi è una cosa importantissima. Permette a chi muore di continuare in un qualche modo a vivere e a chi lo riceve, di rinascere.”
SARA FERRANTI