«HO BUTTATO il cellulare di Guerrina nel fiume». Una dichiarazione clamorosa, peccato che padre Graziano non l’abbia fatta agli inquirenti durante l’interrogatorio, ma a un’altra persona molto vicina a lui. E a sentire questa, a consegnarlo al sacerdote sarebbe stato il fantomatico ‘zio Francesco’. Forse una svolta, nel giallo di Guerrina Piscaglia, la calinga di Ca’ Raffaello, scomparsa nel nulla il 1° maggio del 2014. L’unico indagato è padre Graziano, il prete congolese all’apoca vice parroco del piccolo paesino a cavallo tra Toscana e Romagna. Graziano è in carcere dalla fine di aprile, con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Un uomo ostinato che continua a respingere ogni accusa, ma nello stesso tempo si rifiuta categoricamente di dare spiegazioni che non siano quelle di ribadire la sua innocenza. Gli investigatori di Arezzo hanno passato al setaccio tutte le campagne intorno a Ca’ Raffaello, hanno frugato in calanchi, torrenti e persino nei cimiteri, ma senza trovare uno straccio di indizio.
LA ‘CONFIDENZA’ relativa al cellulare di Guerrina fatta da padre Graziano, smentirebbe quanto finora sostenuto dal prete. Da quel telefonino, il giorno della scomparsa della donna partì un sms indirizzato a un altro sacerdote, un nigeriano che poteva conoscere solo il congolese, non certo Guerrina. La prova, quindi, che Graziano quel giorno aveva in mano il cellulare di Guerrina. Cosa che lui ha sempre negato, almeno con gli inquirenti. Perchè a una persona a lui molto vicina, avrebbe confidato invece che quel telefonino lui l’ha ricevuto quel 1° maggio da ‘zio Francesco’, un fantomatico personaggio nordafricano che ha visto però soltanto padre Graziano, e che a suo dire avrebbe fatto da compagno a Guerrina nella fuga. Il congolese avrebbe sostenuto di aver tenuto il cellulare fino a luglio, quando ha deciso di liberarsene gettandolo in un fiume. Così come sta scritto in un appunto sequestrato dai carabinieri nel convento di Roma dove venne arrestato padre Graziano. «Il telefono è caduto in acqua – diceva – insieme al libro delle benedizioni». Un appunto però che il sacerdote non ha mai voluto chiarire, nemmeno durante l’ultimo interrogatorio.
SU QUALI segreti tenga stretto padre Graziano è ancora buio fitto. Gli indizi a suo carico sono parecchi, così come le contraddizioni che non è riuscito a spiegare. Respinge le accuse di omicidio, sostiene che Guerrina è scappata da un marito che beveva, e che non hanno mai fatto sesso perchè erano amici e lui comunque era impotente per un problema di ernia. Molti indizi, troppi, ma manca ancora il cadavere, o presunto tale. E senza quello anche la pista degli inquirenti si ferma qui. Intanto, sulla scomparsa della casalinga continuano a fiorire leggende e a spuntare testimoni. L’ultimo avrebbe sostenuto di avere visto padre Graziano pochi giorni prima della sparizione della donna. Era in un paesino vicino a Ca’ Raffaello e ha consegnato una valigetta a un ragazzo. Se sia vero o solo frutto di una suggestione ormai collettiva, lo scopriranno i carabinieri.
Fonte: RESTO DEL CARLINO