Una giovane moglie alla sbarra in Corte d’Assise con l’accusa di omicidio preterintenzionale nei confronti del marito, di 26 anni più vecchio di lei. Secondo gli inquirenti, l’aveva preso a pugni e buttato giù dalle scale. Portato in ospedale, l’aveva fatto scappare e li avevano ritrovati entrambi dentro un’auto in una stazione di servizio, con lui morto da ore.
I fatti risalgono al 2014. La coppia, lei 21 anni, lui 47, dopo essersi sposata si è trasferita a Novafeltria, ma la vita coniugale è tutt’altro che tranquilla. Le discussione, si scoprirà poi, sono all’ordine del giorno, e la salute dell’uomo è sempre più precaria. Il 23 aprile, la coppia scoppia, e nel corso di una litigata furibonda i due vengono alle mani. Ma è lei ad avere la meglio, forte del fatto che il marito è sofferente. Secondo le accuse, la donna lo prende a pugni, per poi spingerlo giù dalle scale.
L’uomo viene portato all’ospedale di Novafeltria, ma una volta arrivato comincia a protestare, sostenendo che vuole andarsene. Contrariamente al parere dei medici, lui non vuole essere ricoverato. Così scappa dall’ospedale con l’aiuto della moglie, i due rubano una Seat Ibiza parcheggiata nei pressi e scompaiono. Ma la loro fuga è breve, perchè il 28 aprile la macchina viene ritrovata in una stazione di servizio tra Forlì e Cesena. Ad accorgersi dell’auto ferma nel parcheggio è il titolare della stazione di servizio. I due a quanto pare hanno dormito in auto, ma lui non si sveglierà più: è morto, probabilmente da ore. Il magistrato dispone l’autopsia, anche se inizialmente si pensa che la morte sia stata causata dalle patologie di cui soffriva. Ma l’esame autoptico rivela invece una connesione tra le percosse ricevute e il decesso, e la moglie finisce sotto processo per omicidio preterintenzionale. Ieri, in Corte d’Assise, la giovane si è giurata innocente, sostenendo che il marito è caduto accidentalmente e che non è stata lei a spingerlo giù dalle scale. La requitoria del pubblico ministero è stata fissata al 7 novembre. Il Resto del Carlino
