Guidare ubriaco fracido alle 5 del pomeriggio con un tasso alcolico di 2.74 nel sangue, ossia quasi sei volte superiore al limite consentito dalla legge e con a bordo il figlio di tre anni, seppur legato nel seggiolino posteriore della sia Fiat Cinquecento, gli potrebbe costare molto caro. Un 46enne riminese, imprenditore nel settore delle auto, rischia di perdere la patria potestà proprio per questa sua ‘incoscienza’. Sabato pomeriggio l’uomo era alla guida della sua autovettura e con il figlio stava andando verso Talamello. All’altezza di Campiano però, per cause ancora in via d’accertamento da parte dei carabinieri di Novafeltria, la Cinquecento è andata a scontrarsi quasi frontalmente con una Suzuki nella quale si trovava una coppia di sessantenni della zona. Solo per un miracolo le conseguenze dello schianto per i quattro non sono state devastanti. Molta paura e qualche escoriazione per la donna. Ma la vera sorpresa è arrivata qualche minuto più tardi: i carabinieri hanno subito sottoposto il conducente della Cinquecento all’alcoltest ed il risultato è stato sbalorditivo. L’imprenditore è stato trovato con un tasso alcolico di 2.74, quasi sei volte superiore al limite consentito. Eppure, nonostante una condizione da coma etilico, si era messo alla guida di un’auto al cui interno si trovava il figlioletto di tre anni. All’uomo è stata immediatamente ritirata la patente: non ha subito il sequestro della Cinquecento perché intestata ad un’altra persona. E’ stato però denunciato per guida in stato di ebbrezza ed il suo comportamento segnalato al tribunale dei minorenni. L’imprenditore rischia di perdere la patria potestà avendo messo in pericolo, con il suo stato alterato dall’alcol, la vita di suo figlio. Il Resto del Carlino
