
(ANSA) – ROMA, 12 MAR – Il Michael Phelps del nuoto
paralimpico italiano ha lo squalo come animale totem e si nutre
di medaglie. Simone Barlaam, classe 2000, oro nei 50 stile alle
Paralimpiadi di Tokyo 2020 e pluricampione del mondo, ha chiuso
in bellezza le World Series di Lignano Sabbiadoro, appuntamento
valido per il ranking globale e per le qualificazioni ai
Mondiali 2023 e Parigi 2024. Nella cittadina friulana, che
ospitava l’evento per la quinta volta, c’erano quasi 300
iscritti e 44 nazioni: Barlaam ha vinto l’oro nei 200 stile
libero e nei 50 farfalla categoria S9, siglando in entrambi i
casi il nuovo record del mondo .”Una bella ammazzata – sorride
il ragazzo – E’ stata la prima trasferta ufficiale da quando
sono entrato a far parte delle Fiamme Oro, è un grande onore per
me difendere questi colori”. La tappa World Series in Friuli
era la prima dell’anno, poi a maggio si andrà a Berlino. Il
culmine dell’anno, i Mondiali di Manchester. “A Lignano ho
provato le gomme e testato il motore”, spiega lui, appassionato
di F1. “Soprattutto da piccolino ero tifosissimo della Ferrari,
e vedevo i video dei grandi del passato: Villeneuve, Senna,
Schumi… Per il suo modo di essere, mi paragono ad Ayrton”. Poco
prima di Natale, Barlaam si è fatto un regalo: era in Australia
per delle gare, e ha colto l’occasione per nuotare nell’oceano
con gli squali bianchi. “E’ stato fichissimo, uno dei miei sogni
di bambino”. Il nuoto paralimpico italiano ha vissuto un
exploit, da Tokyo ai Mondiali di Madeira e per Barlaam i motivi
sono tanti: “siamo cresciuti molto come numero di atleti: il
lavoro fatto dalla Finp, dalle società del territorio e dai
gruppi militari ha portato sempre molte più persone in vasca. I
campioni si creano così, questo continuo scouting ci ha portato
a essere la nazione più forte al mondo”.
E a quei ragazzi disabili che non sono mai entrati in vasca,
Simone rivolge un invito: “Provateci, perché non c’è niente di
male a mostrare la propria disabilità al mondo. E allenandosi
con i campioni, si può diventare come loro”. Manca meno di un
anno e mezzo a Parigi: “Memore degli errori commessi quattro
anni fa nell’approccio all’esperienza di Tokyo, voglio godermi
appieno ogni secondo nella capitale francese”. (ANSA).
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