Esclusivo: ecco la lettera di Marco Modellini indirizzata al Congresso di Stato che la dice lunga sul rapporto tra governo e Bcsm e dà la misura dell’autonomia di quest’ultima. Su consulenze e incarichi vari ora sembra però essere arrivato qualcuno intenzionato a veder più chiaro.
I cittadini stanno ancora attendendo che Banca Centrale risponda all’ interpellanza in cui veniva chiesta la lista delle consulenze e alla quale però si è pensato bene di non rispondere. II che fa immaginare che da quella lista possano emergere determinati imbarazzi che per il momento sono oggetto di discussione al solo interno di Bcsm. Della serie, proviamo prima a lavare in casa questi benedetti panni sporchi. E in ‘casa’ si sta infatti discutendo moltissimo, così almeno parrebbe a giudicare da ciò che viene poi portato anche fuori. Testimone del clima che si respira dentro è la lettera che Marco Bodellini (indicato da Ssd) dopo essersi dimesso dal suo ruolo di consigliere del cda, ha indirizzato al Congresso di Stato.
Nella lettera l’ex consigliere fa sapere di voler rinunciare irrevocabilmente ai compensi derivanti dall’incarico conferitogli dal Congresso di Stato che con delibera n. 13 del 26 marzo 2018 lo aveva designato per predisporre “un progetto strategico in materia finanziaria con riferimento allo sviluppo di fondi di investimento e per la collaborazione nei rapporti con gli Organismi internazionali e sovranazionali in materia bancaria e finanziaria a fronte di un compenso di 60mila euro quale corrispettivo per l’attività di consulenza”.
Giustamente Bodellini scrive nella lettera di voler rinunciare al compenso (anche se ci si chiede inevitabilmente perché abbia accettato l’incarico firmando un contratto), come avrebbe fatto infatti a valutare come consigliere un lavoro da lui prodotto a pagamento? Il che la dice lunga sul rapporto tra governo e Bcsm e dà la misura dell’autonomia di quest’ultima. Anche di recente rispondendo ad una istanza d’Arengo in cui i cittadini hanno chiesto alla politica di rendere pubblici gli atti che hanno portato alla fusione delle banche, il Segretario Celli ha ribadito come la sua segreteria abbia più volte sollecitato tale richiesta ottenendo però da Banca Centrale una risposta negativa.
Alias: Bcsm non risponde al governo. Il che è vero fino a un certo punto se poi emerge che il congresso di stato conferisce un incarico a un membro del cda di Bcsm che a ben vedere in questo modo sarebbe stato pagato per portare avanti il medesimo lavoro sia da Banca Centrale che dal governo. Bene ha fatto dunque il consigliere Bodellini a significare al governo stesso la sua volontà irrevocabile di rinunciare a detto compenso.
E tuttavia è impossibile non chiedersi come mai Ssd che in occasione della nomina di Giacomo Volpinari, il membro nominato da Rete all’interno del cda di Bcsm, ci abbia tenuto tanto, per bocca del capogruppo Morganti, a sottolineare come si andasse a ricoprire un ruolo incompatibile con tanti altri (Volpinari si è infatti preventivamente dimesso dagli altri incarichi) abbia invece fatto passare sotto silenzio l’inopportunità dell’incarico che si andava a conferire a uno dei ‘suoi’. Confermando clamorosamente come ‘a volte’ si veda la pagliuzza nell’occhio dell’altro trascurando di vede-re la trave infilata nel proprio.
La RepubblicaSM