Diciotto pagine per contestare la legittimità della gara e chiederne l’annullamento. Partendo da un vizio formale che è considerato di sostanza: l’assenza del codice Cig, vale a dire il codice identificativo della gara, che «secondo la giurisprudenza amministrativa è causa di invalidità dell’intera procedura ad evidenza pubblica».
Con il ricorso al Tar dell’Emilia Romagna, discusso a Bologna, sul futuro dell’aeroporto Federico Fellini di Rimini si addensano nuove incognite. Per il Consorzio sviluppo aeroporto, rappresentato davanti ai giudici da Sebastiano Capotorto, la gara indetta dall’Enac per la concessione della gestione trentennale (rilasciata alla società Air Riminum, che ha già preso possesso dello scalo, operativo dall’inizio di aprile) è illegittima anche per la mancata richiesta nel bando del «requisito di capacità tecnica».
Per la cordata sconfitta, infatti, Air Riminum non possiede alcuna «esperienza, risorsa, formazione, conoscenza in merito alla gestione di una struttura complessa come l’aeroporto» romagnolo. Il Tar, dopo aver ascoltato le parti, si è riservato di decidere. Il pronunciamento potrebbe essere depositato anche tra poche settimane. Ma la querelle giudiziaria pesa come un macigno sulle prospettive di sviluppo di uno scalo strategico per il sistema turistico della Romagna. Uno scalo per il quale il nuovo gestore ha grandi ambizioni: 1.200 voli già nell’imminente stagione estiva, oltre 300mila passeggeri entro l’anno.
Mentre il Fellini procede con l’ipoteca della sentenza del Tribunale amministrativo a Parma il piccolo aeroporto Giuseppe Verdi cerca di sopravvivere con un alleato forte: la Regione Emilia Romagna. L’ente si è mosso per garantire un sostegno economico per la promozione dell’aeroporto emiliano, insieme alla Camera di commercio locale. Ed è pronto a chiedere una sponda al governo nella ricerca di investitori decisi a scommettere sul rilancio di una infrastruttura che è considerata al servizio del territorio ma che con solo 200mila passeggeri non può reggere sul mercato. I soci di Sogeap, la società di gestione dello scalo, si sono dati un altro anno di tempo per intercettare nuovi investitori e capitali, promuovendo contemporaneamente una petizione per la raccolta di firme a sostegno della sopravvivenza dell’aeroporto. L’unica alternativa sarebbe la liquidazione.
Il Sole 24 ore