Occhio alle “allucinazioni” da troppa tecnologia! (l’editoriale di David Oddone)

Rivolgo un plauso convinto alle iniziative messe in campo nelle scuole, con l’obiettivo di sensibilizzare contro le truffe online, che ormai si stanno moltiplicando in tutto il globo, per un fenomeno che appare inarrestabile. L’unico concreto modo per difendersi è parlarne e informare la popolazione, in particolare quella più esposta. Proprio qui sta l’acuta intuizione delle associazioni dei consumatori, che hanno coinvolto i ragazzi, in modo che una volta a casa, potessero trasmettere le nozioni apprese anche a genitori e nonni.

Lo abbiamo già scritto su queste pagine: non è la tecnologia da demonizzare, quanto l’uso che se ne fa.

Non dobbiamo essere schiavi di telefonini e affini, piuttosto cercare di utilizzarli per migliorare la nostre vite, non certo complicarle.

Pensate che sia solo retorica? Ebbene si era diffuso un vero e proprio allarme per “Google maps”, la nota “app” che dovrebbe guidarci verso qualsiasi destinazione.

Lo sapevate? Il borgo di Baunei, situato in Sardegna, anni fa aveva installato per primo segnaletica “anti-Google Maps” in alcune strade, cercando in questo modo di evitare che gli automobilisti si affidassero ciecamente all’applicazione e si perdessero continuamente in zone remote e stradine sterrate.

Non fu un unicum. In generale sono parecchi i casi, non solo in Italia, di chi giura di essersi perso o di avere preso una multa, a causa delle “indicazioni sbagliate”.

Quasi che il cellulare fosse animato di vita propria e potesse realmente metterci nei guai.

A volte, forse, basterebbe alzare la testa, guardarsi attorno, leggere i cartelli – quelli reali e non virtuali – per evitare soprese sgradite.

Facile scaricare le colpe su uno schermo parlante, quando invece siamo noi a prendere ogni decisione.

Questo è solo un piccolissimo, banale esempio, di come essere governati dalle macchine – anziché governarle – possa diventare assolutamente rischioso.

Un monito soprattutto per i più giovani a camminare con la schiena dritta – non solo metaforicamente -, perché sovente capita di vederli ingobbiti sui loro aggeggi elettronici, incapaci persino di vedere che l’amico con cui stanno “chattando” su Whatsapp si trova dall’altra parte della strada!

Come sono lontani i tempi in cui il consiglio lo si chiedeva se non a mamma e papà, all’amico o all’amica del cuore o al fratello maggiore! Ora c’è l’intelligenza artificiale, quella secondo cui “Il Capitale” lo ha scritto Immanuel Kant.

Queste “allucinazioni” da troppa tecnologia, manifestandosi attraverso rappresentazioni fuorvianti, emergono sempre più quali protagoniste. Non sono soltanto errori occasionali, ma veri e propri scostamenti macroscopici dalla verità.

Siete avvisati.

 

David Oddone

(La Serenissima)

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