“Occhiuto non indagato ma…” Lui: “È tutto trasparente”

Non è indagato, ma da governatore in pectore, un bastone tra le ruote non fa mai male. E così il capogruppo di Forza Italia alla Camera Roberto Occhiuto, candidato (favoritissimo) alla presidenza della Regione Calabria, si ritrova nel mirino del quotidiano Domani, che rivela le attenzioni dell’antiriciclaggio di Bankitalia su alcune operazioni relative a società nelle quali Occhiuto è azionista insieme al manager Paolo Posteraro. Occhiuto, che non è indagato, secondo il quotidiano incarnerebbe «l’eterno conflitto tra politica e affari» in una perfetta sintesi con il fratello Mario, sindaco di Cosenza. La questione? Una segnalazione di operazioni sospette arrivata da Bankitalia per un assegno da 10mila euro e un bonifico da 11mila arrivati a Occhiuto dal socio e da una delle società della quale i due sono azionisti. Ma l’articolo punta il dito anche su un prestito Covid ottenuto da una delle aziende, su cui non sembra che la Banca d’Italia abbia avuto da obiettare, e sugli incarichi che il socio di Occhiuto, Posteraro, ricoprirebbe in due aziende partecipate dal Comune di Cosenza, amministrato appunto dal fratello di Occhiuto, Mario. Quanto basta al Domani per sollevare «dubbi sulle società» e sui «bonifici sospetti» di Occhiuto, che il titolo del quotidiano già elegge governatore, annunciandolo come «futuro presidente della Calabria». Un attacco a dieci giorni dal voto che non ha lasciato indifferente il candidato azzurro. «Mai avrei immaginato che si potessero sfruttare le mie aziende, il mio impegno a creare ricchezza e lavoro, che oltretutto è precedente al mio ingresso in politica, per alimentare la polemica pre-elettorale, ma tant’è: la mancanza di argomenti porta a tentare il tutto per tutto», replica il capogruppo di Forza Italia parlando all’AdnKronos. Per poi entrare nel merito delle «accuse», spiegando che quelle due operazioni che sarebbero finite nel «faro dell’antiriciclaggio» secondo quanto rivelato dal Domani, «difficilmente potrebbero essere più trasparenti». I 10mila euro, spiega Occhiuto, corrispondono «all’incasso per la vendita di una società, avvenuto con un assegno richiamato nell’atto notarile», e gli 11mila euro ricevuti via bonifico da Posteraro sono il «pagamento di una prestazione professionale regolarmente fatturata». Che i due movimenti siano finiti tra le operazioni sospette monitorate da Bankitalia, prosegue l’esponente azzurro, «è una mera attività di routine, a cui soggiacciono i movimenti dei conti correnti di tutti gli italiani». E Occhiuto, infine, respinge anche le insinuazioni sui prestiti Covid ottenuti dalle aziende di cui è azionista, criticando «l’accenno inutilmente malizioso» e «i numeri citati errati» riportati nel pezzo del quotidiano edito da Carlo De Benedetti e diretto da Stefano Feltri. Respinte al mittente anche le accuse al suo socio, Posteraro.


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