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ECCO QUI’ SOTTO RIPRODOTTA INTEGRALMENTE L’INTERPELLANZA URGENTE
Interpellanza urgente 2-00971
presentata da
ELISA MARCHIONI
martedì 15 febbraio 2011, seduta n.434
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, il Ministro dell’economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
negli ultimi mesi i rapporti fra lo Stato italiano e la Repubblica di S. Marino sono diventati particolarmente tesi;
il Ministro dell’economia e delle finanze italiano ha inserito la piccola Repubblica nella black list dei paesi rifugio degli evasori fiscali; a ciò si è aggiunto il recente rapporto dell’Ocse che ha rilevato che «ci sono numerose lacune nell’ordinamento» di S. Marino, «di una gravità tale da non consentire uno scambio di informazioni ai fini fiscali in linea con gli standard Ocse»
a giudizio degli interroganti non si può negare che, nonostante lo sforzo compiuto nell’ultimo anno dal Governo sammarinese di promuovere accordi con istituzioni del nostro Paese e provvedimenti che vadano nella direzione di allineare la propria legislazione alle regole Ocse, permangono gravi carenze sul piano normativo e della trasparenza per quanto riguarda una parte dei soggetti, (società fiduciarie, trust, società di persone straniere con sede a S. Marino, e altri) che strutturano l’economia del Titano e che queste opacità mettono in ombra anche la parte sana del tessuto economico e imprenditoriale. Ma non si può pensare che la crisi economica di S. Marino, non abbia ripercussioni su tutto il territorio circostante;
a causa della crisi che nell’ultimo anno ha prodotto una riduzione delle entrate del 30 per cento, l’uscita dal territorio sammarinese di molte aziende e banche, la perdita di posti di lavoro (900 in meno di cui 400 italiani frontalieri), il Governo di S. Marino ha varato nel dicembre scorso una finanziaria di tagli e risanamento (la prima volta nella storia della Repubblica del Titano) per incassare 12 milioni di euro atti a coprire parzialmente il deficit. Parte di essi derivano purtroppo da una mancata detrazione del 9 per cento (con un prelievo che varia da cento a quattrocento euro mensili) sulle buste paga dei lavoratori frontalieri, che sono circa 7 mila, italiani in grande maggioranza residenti nelle province di Rimini, Pesaro e Forlì;
questa decisione determina un peggioramento delle condizioni economiche dei lavoratori frontalieri italiani occupati a San Marino, modifica e differenzia le retribuzioni tra sammarinesi e italiani che svolgono le medesime mansioni lavorative non garantendo quindi la parità di trattamento, delle tutele e dei diritti. Il tema dell’uguaglianza dei trattamenti sui luoghi di lavoro è un elemento fondamentale e viene visto dai «nostri frontalieri italiani» come una vera e propria discriminazione che li determina come lavoratori di serie B;
la mancata detrazione si aggiunge alle regole fiscali applicate dall’Italia per i frontalieri, finora definita ogni anno per mezzo della legge Finanziaria;
l’atteggiamento del Governo italiano nei confronti di S. Marino è stato negli ultimi mesi di totale chiusura, mentre è da tutti, compresi gli esponenti della maggioranza delle regioni Marche ed Emilia-Romagna, rilevata la necessità di tornare ad una normalizzazione dei rapporti bilaterali italo-sanmarinesi, anche per supportare la piccola Repubblica nel suo percorso di adeguamento alle regole dell’Unione europea. Va sottolineato che in questi giorni il Governo di S. Marino ha avviato attraverso i canali diplomatici formale richiesta di integrazione all’Unione europea non escludendo la possibilità di una richiesta di adesione (l’eventuale successo del prossimo referendum propositivo potrebbe segnare un primo piccolissimo passo) -:
quale sia la strategia del Governo per affrontare con urgenza gli attuali problemi che coinvolgono i nostri concittadini lavoratori frontalieri;
quali azioni intenda promuovere per riprendere il dialogo con la Repubblica di S. Marino al fine di individuare soluzioni di positiva e leale collaborazione;
se la volontà del Governo sanmarinese di rientrare negli standard OSCE, manifestata anche attraverso l’approvazione di alcune leggi in tal senso, sia stata presa in adeguata considerazione dal Ministero dell’economia e delle finanze al fine di rivedere il proprio atteggiamento nei confronti del Governo sanmarinese.
(2-00971)
«Marchioni, Lenzi, Bratti, Miglioli, Bressa, Giacomelli, Albonetti, Migliavacca, Gozi, Zampa, Antonio Martino, Vannucci, Sposetti, Gnecchi, Narducci, Gasbarra, De Torre, Tocci, Morassut, Pistelli, Fogliardi, Levi, Castagnetti, Mogherini Rebesani, Recchia, D’Antona, Andrea Orlando, Calearo Ciman, Gianni, Cesario, Mura, Cimadoro, Argentin, Pisicchio, Benamati, Laratta, Ciriello, Laganà Fortugno, Mattesini».