
(ANSA) – BRINDISI, 15 GEN – Materiale per il confezionamento
di sostanze stupefacenti e tracce di droga: sarebbe questo il
contenuto di una borsa che fu ritrovata dai carabinieri a poca
distanza dal corpo del 19enne Paolo Stasi, la sera del suo
omicidio, il 9 novembre scorso a Francavilla Fontana (Brindisi).
Prende sempre più forma l’ipotesi investigativa secondo la quale
il movente del delitto sarebbe da ricercare in un regolamento di
conti nel mondo dello spaccio, forse per una somma non pagata.
Nei giorni scorsi è emerso che il 18enne (aveva 17 anni il
giorno del delitto) indagato per l’omicidio di Paolo forniva “da
oltre un anno” e “con cadenza pressoché quotidiana” la droga “custodita e confezionata a casa Stasi, evidentemente in vista
della cessione a terzi”. Gli sviluppi dell’indagine erano
contenuti nell’ordinanza con cui il Tribunale del Riesame di
Brindisi ha confermato il sequestro all’indagato della somma di
8.960 euro, ritenuta provento dello spaccio di droga, e di una
pistola scacciacani a gas sulla quale la pubblica accusa ha
disposto una perizia balistica. Negli atti si leggeva inoltre
che il giovane indagato ha ceduto in modo continuativo sostanze
stupefacenti a diverse persone, “nella specie a D’Errico
Annunziata”, di 52 anni, ovvero alla mamma di Stasi, “nonché al
figlio di quest’ultima”. (ANSA).
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