Trent’anni di reclusione. È la condanna inflitta al senegalese, Cheik Diaw, dalla Corte di Assise di Firenze per l’omicidio di Ashley Olsen, la 35enne statunitense uccisa nella sua casa di Firenze il 9 gennaio scorso. La Corte non ha riconosciuto l’aggravante della crudeltà. Il 27enne è stato condannato anche al pagamento di 450 mila euro complessivi di provvisionale a favore della madre, del padre e della sorella di Ashley, costituitisi parte civile. Fermato dalla polizia il 14 gennaio scorso, Diaw era l’unico imputato nel processo per la morte della ragazza.
LA DIFESA RICORRERA’ IN APPELLO
Il senegalese era finito a processo a seguito del decreto di giudizio immediato emesso dal gip di Firenze Matteo Zanobini, che aveva accolto la richiesta della procura di Firenze in base all’evidenza della prova emersa dalle indagini. I legali hanno già annunciato che faranno ricorso in appello. «C’è da lavorare per l’appello – ha affermato Federico Bagattini, che difende il senegalese insieme al collega Antonio Voce -, dobbiamo essere più convincenti per arrivare a un’assoluzione».
PM AVEVA CHIESTO L’ERGASTOLO
Il pm, Giovanni Solinas, aveva chiesto l’ergastolo per Cheik Diaw rievocando nella requisitoria il percorso emerso dalle indagini: l’incontro in un locale di Firenze, l’alcol e probabilmente la droga, i due che si appartano a casa di lei e poi il litigio, forse per una risposta della ragazza apparsa sgarbata al giovane senegalese che avrebbe reagito con violenza. A raccontare della sua presenza in circostanze compatibili con l’omicidio ci sarebbero intercettazioni, testimonianze e le telecamere di sicurezza nella zona.
LA REAZIONE DELLA FAMIGLIA
«La prima cosa che faremo è andare al cimitero sulla tomba di nostra figlia». Lo hanno dichiarato ai giornalisti i genitori di Ashley, subito dopo la lettura della sentenza. «Siamo molto tristi, Ashley ci ha lasciato un vuoto che ricordiamo ogni giorno» hanno aggiunto, per poi uscire dall’aula diretti al cimitero fiorentino di Soffiano dove è sepolta Ashley. Soddisfazione per la sentenza è stata espressa anche dai legali della famiglia Olsen: «In un momento come questo non possiamo certo dirci felici, ma siamo soddisfatti perché chi si è macchiato del delitto è stato individuato in modo certo» ha affermato l’avvocato Michele Capecchi. la stampa.it