Omicidio di Ismaele Lulli, altri scottanti retroscena

ismaele e i due albanesiL’AVEVA CHIAMATO DROGATO.

Il che era pure vero, nel senso che Luca P. di Urbino, 19 anni, consumava droga abitualmente, hashish e marijuana, comprese ogni tanto delle anfetamine. Ma apprendere che qualcuno dicesse questo di lui, lo ha spinto alla vendetta. Così ha soffiato all’orecchio di uno spacciatore, cioè Igli Meta, 20 anni, albanese, di Urbania, che la fidanzata di questi lo tradiva con quel ragazzino di 17 anni, Ismaele Lulli, che sparlava di lui dandogli del drogato. La soffiata è del 15 luglio 2015, il 19 Igli ha ucciso Ismaele, tagliandogli la gola. Ma lì per lì Luca non si è reso conto che la sua delazione (riferita ad un tradimento realmente accaduto) fosse così micidiale. Eppure c’erano tutte le avvisaglie. Appena fatta quella confidenza, Igli gli rispose così: «Lego Ismaele e lo ammazzo, lo ‘tonfo’ , gli farò quello che non ho mai fatto a nessuno». Poi Luca, ascoltato ieri in Corte d’Assise a Pesaro per l’uccisione di Ismaele, ha aggiunto: «Ho capito di aver fatto qualcosa di sbagliato quando Ambera, la ragazza di Igli di cui avevo parlato male, mi mandò un messaggio di insulti per quello che avevo detto. Lì mi sono sentito male ma non ho avvisato Ismaele. Ci eravamo chiariti in precedenza ma ero rimasto arrabbiato con lui. Però adesso, dopo quello che è successo, riconosco che avrei potuto evitare di dire quelle cose a Igli». Poi la deposizione è finita, e il ragazzo se n’è andato salutando gli altri amici che attendevano il loro turno per entrare in aula. Tutti intimi del presunto carnefice e della vittima, perché per loro consumare droga era la moneta corrente che li teneva uniti. Fumavano hashish e marijuana tutti i giorni, qualcuno inghiottiva anfetamine. Lo facevano in casa, a scuola, in giro, in piazza. Uomini e donne. Età: dai 16 a 20 anni, quasi tutti ripetenti, pronti a spendere 15 euro per un grammo di hashish, con acquisti pro capite anche di 3 etti in poche settimane. E lo spacciatore principale per tutti, anzi l’unico, era un albanese, Igli Meta. Il coimputato è un altro albanese, Mario Mema, coetaneo. Ha dichiarato di aver accompagnato Igli nella spedizione punitiva per avere una dose di hashish gratis. IGLI, fisico minuto, occhi bassi, ieri dietro alle sbarre del tribunale di Pesaro, è risultato essere una specie di titolare di un supermercato della droga aperto tutte le ore. Usava uno stratagemma per ricevere gli ordini di acquisto: aveva creato un profilo facebook falso, col nome di ‘Silvia Brancaleoni’. Passava per la fidanzata di chi voleva comprare droga: «Dove ci vediamo amore?» era la chat più usata per l’ordine. Facile facile, come tagliare la gola all’amico. Il Resto del Carlino