Omicidio e tentato omicidio nel Napoletano, 4 fermati

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  • (ANSA) – NAPOLI, 28 MAR – Si è salvato solo grazie al
    borsello, che ha deviato alcuni colpi, Mario D’Isidoro, ritenuto
    legato al clan Ranucci, ferito in un agguato scattato lo scorso
    8 marzo a Sant’Antimo, in provincia di Napoli, in cui invece è
    rimasto ucciso Antonio Bortone. Emerge dalle indagini dei
    carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di
    Cisterna che hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di
    delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli
    nei confronti di quattro persone.
        Si tratta di C. M., 34enne di Scampia, V. G., 31enne, L. M.,
    23enne, entrambi di Sant’Antimo, e C. F., 31enne di Grumo
    Nevano, ai quali gli inquirenti contestano i reati di omicidio e
    tentato omicidio, aggravati dalle modalità mafiose.
        Durante il raid sono stati esplosi numerosi colpi di arma da
    fuoco (ben 17 i bossoli trovati sul luogo dell’agguato) che
    hanno ucciso Bortone, lasciato riverso a terra nel cortile del
    complesso residenziale di via Solimene, e ferito D’Isidoro,
    riuscito a salvarsi grazie al borsello, indossato a tracolla,
    che ha deviato la traiettoria di alcuni proiettili. D’Isidoro ha
    trascorso un breve ricovero all’ospedale di Aversa (Caserta), e
    poi è stato dimesso. (ANSA).
       


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