
Un milione di euro di risarcimento chiesti alla Diocesi di Arezzo – Cortona e San Sepolcro, ai canonici dell’ordine di appartenenza, e naturalmente a padre Gratien Alabi, il religioso condannato per omicidio volontario di Guerrina Piscaglia e per occultamento di cadavere.
Confermando le notizie trapelate nei mesi scorsi, la famiglia di Guerrina ha deciso di rivalersi oltre che sull’uomo ritenuto responsabile della morte della donna, anche sulla Chiesa: una richiesta che nel suo genere è quasi un unicum. Chiave di volta di tutta la vicenda sarebbe infatti, secondo la famiglia, proprio l’abito talare indossato da padre Gratien. La veste da sacerdote avrebbe rivestito un ruolo determinante sia nell’instaurare il rapporto di tipo sessuale, che nel causare la morte di Guerrina. Le sorelle e le nipoti di Guerrina, assistite dagli avvocati Chiara Rinaldi e Maria Federica Celatti hanno infatti depositato un atto di citazione al tribunale civile di Arezzo, dove il 24 novembre è fissata l’udienza. (…) Corriere Romagna